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venerdì 15 maggio 2015

Poesia ed arte.


My father
olio su tela di Luciano Borin


Mio suocero 

Stava su quella seggiolina
all’ombra dei ciliegi
mio suocero,
mentre i ragazzi
chiassosi lo attorniavano
per far battaglie.
Non una parola per tacitarli,
per sgridarli,
se eccedevano un po’,
lasciando scorrere il tempo
misteriosamente impegnato
in personali ragionamenti 
di cui non faceva parola con nessuno.
A volte
sembrava assente addirittura,
altre l’occhio era vivido
e c’era un accenno alla vita
che lo circondava,
una parola finalmente,
un pensiero detto sottovoce, quasi a scusarsi,
a non voler disturbare.
Allora le sue parole gentili
sfioravano chiunque attorno
e pretendevano quell’attenzione che
lo riportava indietro nel tempo
con i racconti del passato,
con i consigli
di un presente che scivolava via sempre più.






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