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mercoledì 30 marzo 2016

Caso marò: dibattito al tribunale dell'Aja.



Il caso dei due fucilieri italiani che ancora a distanza di quattro anni non è stato risolto, è il segno evidente di come ancora oggi, non vengano rispettati da alcuni stati, i più semplici e umani diritti degli uomini.

Perché Salvatore Girone non è ancora tornato in Italia?

In India questa richiesta, è stato detto chiaramente, è inammissibile. 
Il perché principale è dovuto al fatto che loro non credono in un suo ritorno in India nell'ipotesi che venisse riconosciuta a Delhi la giurisdizione sul caso e di conseguenza, se il processo dovesse svolgersi là.
Nonostante che il nostro Ambasciatore abbia dato le assicurazioni su ciò, le autorità intendono tenere "in ostaggio" Girone, non ascoltando minimamente le proteste sulla detenzione avanzate anche dall'Unione Europea che comprendono, oltre al nostro fuciliere, sei guardie britanniche e quattordici cittadini estoni che sono detenuti ormai da tempo. 
In questi giorni proprio il Consiglio Europeo sta cercando soluzioni a sostegno delle nostre tesi e sta inoltre valutando se prendere in considerazione l'ipotesi di un accordo di libero scambio fra India e vecchio Continente.
Queste problematiche di rigidità, non favoriscono la soluzione positiva di tali accordi e questo lo ha capito il premier indiano Modi che invece ha detto che l'Italia è un partner chiave all'interno dell'Unione Europea.

Ci auguriamo tutti che presto si possa risolvere questo increscioso fatto, soprattutto perché alla fine del mese di aprile scadrebbe anche il permesso per malattia dell'altro marò Latorre. 
Il rischio evidente rimane, almeno per Girone se non verrà deciso diversamente, di dover trascorrere lontano dall'Italia e dalla famiglia almeno altri due o tre anni, in attesa di un procedimento giudiziario.

Il tribunale arbitrale internazionale dell'Aja darà una risposta ai nostri quesiti fra circa un mese, dopo di che sapremo cosa succederà del futuro di questi due uomini, e quali potranno essere i rapporti fra lo Stato Italiano e N. Delhi.









venerdì 25 marzo 2016

Tipologie di testi. Mostra del pittore L. Borin


Scrive il pittore nel catalogo della mostra che si terrà nella Biblioteca Comunale del comune di Bagno a Ripoli (Fi)


Perché ancora pittura?

In un’era così tecnologica come quella che stiamo vivendo, perché ancora pittura?
Sarebbe come chiedersi perché ancora libri? Tanto per fare un’analogia con ciò che contiene, prevalentemente, il luogo di questa esposizione.
In fondo tutto ciò che è digitale diviene, con gli strumenti a nostra disposizione, facilmente trasportabile, trasmettibile, comunicabile, e riduce i consumi di svariali materiali.
Ma è proprio su quest’ultima caratteristica che mi vorrei soffermare per giustificare questa mia ostinazione del dipingere: il “materiale”, cioè il contatto diretto con qualcosa di concreto e tangibile, che non sparisce se va via la corrente o si esaurisce una batteria.
Il dipinto, la scultura, il libro, sono cose concrete che si manifestano a noi oltre che attraverso il senso della vista, anche attraverso il contatto con la sostanza di cui sono fatti. La loro consistenza “corporea” tridimensionale, il loro peso e oserei dire il loro odore, ci  comunicano qualcosa di più del prodotto virtuale. Ma anche limitandosi al solo fattore visivo oltrepassano il semplice apparire, perché ci trasmettono caratteristiche che, per quanto “riproducibili” (per dirla alla W. Benjamin), appartengono originariamente al quel singolo oggetto o a quell’opera.
Naturalmente ci sono tante altre motivazioni che mi spingono a continuare a dipingere, molte delle quali comuni ed affrontabili con un’infinità di altri linguaggi. E qui si potrebbero elencare una serie di componenti che hanno a che fare con la comunicazione ed il conseguente tipo di messaggio da veicolare, con il concetto di valore estetico, con il rapporto di dipendenza o di affrancamento dal reale. Ma queste sono argomentazioni che lascio volentieri ai critici d’Arte. Posso solo aggiungere che continuo a guardare la varia umanità che ci circonda, cercando di coglierne gli aspetti che ne caratterizzano i comportamenti più ricorrenti, le abitudini e i comportamenti spesso problematici e a volte discutibili. Uso un linguaggio pittorico che pur rimanendo prevalentemente figurativo si concede delle digressioni in accenni di frazionamenti cubisti e piccoli brani di composizioni astratte.




















sabato 19 marzo 2016

Pane burro e marmellata per preparare un dolce in un attimo.


In un post del 5 novembre vi ho parlato del “gratin di pane” che è un piatto valdostano il quale permette di riutilizzare del pane raffermo per farne una ricetta salata.

Oggi invece vi racconto ancora di come si possa usare del pane fresco o raffermo, per farne però un dolce, utilizzando pochissimi ingredienti e sempre nella mia filosofia, di farlo con poco spreco di tempo.


Torta di pane e mele.
Quante volte avete preparato pane burro e marmellata per i vostri ragazzi?
E’ decisamente una buona merenda ma possiamo migliorarla se la facciamo diventare una specie di torta.

Gli ingredienti sono quelli, ai quali aggiungeremo una mela tagliata a fettine, un po’ di zucchero e un goccio di latte.

In una piccola pirofila mettete delle fette di pane del giorno a coprire tutto il fondo (va bene anche pane raffermo) che siano imburrate e con la marmellata sopra.
Una volta preparato questo, prendete una mela, sbucciatela, e fatela a fettine sottili che distenderete sopra le fette di pane. Finita l’operazione zuccherate le mele.
A questo punto preparate altre fette di pane esattamente come le precedenti, con burro e marmellata (questa volta però metterete un po’ meno confettura). Ogni fetta inzuppatela nel latte ma solo appoggiandola sopra e tenendo la parte della marmellata in alto, in modo che non si bagni. Basta poco per ammorbidire il pane che verrà preso e messo rovesciato sopra le mele in modo che si veda proprio la parte inzuppata nel latte.
Zucchero e qualche fiocchetto di burro per completare. Poi infornare a 180° per 20-25 minuti fino a quando le fette appariranno ben dorate. Fate raffreddare un attimo e mangiate.

domenica 13 marzo 2016

Spaghetti pronti in 10 minuti anche per una cena con amici. Assaggiare per credere.


Avete mai assaggiato gli spaghetti fatti con la pancetta e il gorgonzola? Se no, peccato per voi perché è un piatto buonissimo e talmente rapido che sta tutto dentro al tempo della cottura della pasta.

Ingredienti:
g. 400 di spaghetti
g. 150 di gorgonzola
g.100 di pancetta già a cubetti
g.50 di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 cucchiaio d'olio extravergine
sale e pepe.

Mentre la pasta sta cuocendo fate dorare la pancetta in un tegamino con in goccio d'olio.
Tagliate il gorgonzola a dadini e grattugiate il formaggio parmigiano.
Quando la pasta sarà cotta al dente, dopo averla scolata, aggiungete la pancetta e il gorgonzola, girando bene perché si amalgami il tutto.
Quando è pronto spolverizzate sopra il parmigiano e un po' di pepe.

Beveteci un buon bicchiere di vino rosso e godetevi questo primo piatto molto nutriente ma decisamente buono.


















venerdì 11 marzo 2016

La Mezquita di Cordoba, e il mio viaggio.





Quando sono andata a Siviglia per la fine dell’anno ho approfittato della vicinanza e prendendo uno dei treni ad alta velocità che percorrono il territorio spagnolo, sono andata a visitare la bella città di Cordoba.
Da Siviglia con il treno in un’oretta circa si arriva, con puntualità estrema, nel cuore dell’Andalusia rurale e poi dopo una passeggiata a piedi, dalla stazione si raggiunge il centro storico.
La prima cosa che ho visitato, di cui vi parlerò oggi, è stata la grande moschea chiamata Mezquita, un enorme edificio che unisce forme architettoniche diverse, costruita tra il 785 e il 787.

Dentro si trovano più di 850 colonne di granito, diaspro e marmo che sostengono il soffitto formando un effetto ottico incredibile.






Vi si trova anche lo splendido Mihrab (nicchia di preghiera) riccamente decorata che racchiude una copia del Corano.



Parte della moschea fu distrutta per far posto alla cattedrale iniziata nel 1523 e che comprende una cupola in stile italiano. 
Le colonne di granito si fondono incredibilmente con la nuova chiesa tutta bianca.






















All'esterno si trova la Torre di Alminar alta 90 metri costruita dove originariamente c'era un minareto. Questa si affaccia sul Patio de los Naranjos un cortile dove i fedeli compivano le abluzioni rituali e dove crescono alberi d'arancio.