sito internet

domenica 26 giugno 2016

3 ricette col gelato: facili, fresche, per tutti



Dato che è arrivata l'estate e con lei il caldo vi voglio dare tre ricette a base di gelato per trascorrere piacevolmente pomeriggi o serate con amici e bambini.






Sandwich di gelato.

Ingredienti:
300 gr di gelato alla crema
8-12 cialde o biscotti secchi rotondi
marmellata di lamponi.


Ammorbidiamo il gelato alla crema o fior di latte in una ciotola,  lavorandolo con una forchetta. 
Foderiamo gli stampini rotondi con della pellicola da cucina e versiamo il gelato ammorbidito, livellando la  superficie. 
Mettiamo in freezer per almeno 3 ore. 
Spalmiamo le cialde (o biscotti secchi rotondi) con confettura di lamponi, sovrapponiamo i  dischetti di gelato sformati e completiamo con una cialda. 
Per guarnire passiamo metà  sandwich nella granella di noci o di nocciole.




Mattonella gelata.

Ingredienti:
Savoiardi
Alchermes
Canditi
Gelato alla vaniglia
Gocce di cioccolato.


Spruzziamo i savoiardi con l’alchermes.
Foderiamo uno stampo da plumcake con i savoiardi.
Farciamo con il gelato alla vaniglia.
Aggiungiamo i canditi se ci piacciono.
Aggiungiamo le gocce di cioccolato.
Copriamo con la pellicola.
Mettiamo nel congelatore per un paio d’ore.
Togliamo la pellicola e capovolgiamo.
Tagliamo a fette e serviamo.



Torre al gelato.

Ingredienti:
2 dischi di pan di Spagna di 24 cm
una mattonella di 500 g di gelato di fragola
rhum
200 g di fragoline di bosco
menta.

Con un coltello affilato private i dischi di pan di Spagna della crosta  e con uno stampino tagliapasta o un bicchiere ricavatene 12 dischi di  circa 8 cm di diametro. 
Trasferiteli su un largo piatto e spruzzateli  leggermente di rhum.
Scaldate la lama di un coltello nell'acqua calda, tagliate a fette alte circa un cm la mattonella di  gelato e da queste ricavate 6 dischi grossi come quelli di pan di  Spagna, che metterete subito in freezer.
Mettete metà dei  dischi di pan di Spagna su 6 piattini, disponetevi sopra altrettanti  dischi di gelato, coprite con i dischi di pan di Spagna rimasti e  completate con le fragoline di bosco ben ravvicinate. Decorate con  ciuffetti di foglioline di menta e servite subito per evitare che il  gelato si sciolga.

mercoledì 22 giugno 2016

The Dressmaker recensione del film.



Non so se avete visto il film 
The dressmaker
con protagonista Kate Winslet, Judy Davis, Liam Hemsworth.
Film molto particolare che fin dalle prime scene catapulta il pubblico in un piccolo paesino nel deserto, abitato da poche persone sclerotizzate in falsi perbenismi e pregiudizi.
E' lì che Tilly viveva da piccola ed è lì che torna dopo tanti anni con un fardello che le pesa sulle spalle.
Lei porta la novità, porta il cambiamento con la moda, con gli abiti che enfatizzano le forme delle donne, che le rendono attraenti e che riescono a tirar fuori ciò che fino ad allora era sopito e nascosto dall'indifferenza.
Non è però facile per lei rientrare in una "clan" che le è ostile, che fin da piccola la martorizzava con atti di bullismo mai puniti e che l'ha marchiata con l'accusa di aver ucciso un compagno di scuola.
C'è, in questo ritorno, anche un riappropriamento, una riconquista della figura della madre interpretata benissimo da Judy Davis, che aveva preferito mandarla via nella speranza di una vita migliore.
La storia, pur rendendo giustizia a Tilly, non la salverà dalla solitudine e dalla perdita degli unici affetti veri che aveva e quindi solo un falò purificatore potrà riportarla sul treno, indietro, nel mondo che forse le darà quei riconoscimenti che si merita.
Ho trovato molto brava la Winslet, carismatica in alcuni momenti e arrendevole in altri, ma sempre padrona del personaggio che gestisce con sapienza.
Decisamente comunque un film di donne, nel quale le figure maschili hanno minor peso. 
Il finale forse poteva essere più "cattivo" nella vendetta contro questa comunità, che è soggetto portante del film ma che non abbandona mai un decoro falso e pubblico.













martedì 14 giugno 2016

La lettera d’addio di Cesare Pavese all’amata Pierina prima del suicidio.




Cesare Pavese  venne trovato morto nell’albergo "Roma" a Torino il 27 agosto 1950.
Si sa che aveva ingerito oltre dieci bustine di sonnifero e solo due mesi prima aveva vinto il Premio Strega. 
Molti hanno interpretato l’atto dello scrittore come  la fine di un percorso di delusioni che hanno delineato una sorta di infelicità affettiva nell’autore. 
Prima del suicidio scrisse questa commovente lettera alla giovane Romilda Bollati che chiamava con lo pseudonimo di “Pierina”.

Questa è la lettera:
“Cara Pierina, ….. Ma tu, per quanto inaridita e quasi cinica, non sei alla fine della candela come me. Tu sei giovane, incredibilmente giovane, sei quello che ero io a vent’otto anni quando, risoluto di uccidermi per non so che delusione, non lo feci – ero curioso dell’indomani, curioso di me stesso – la vita mi era parsa orribile ma trovavo ancora interessante me stesso. Ora è l’inverso : so che la vita è stupenda ma che io ne sono tagliato fuori, per merito tutto mio, e che questa è una futile tragedia, come avere il diabete o il cancro dei fumatori. Posso dirti, amore, che non mi sono mai svegliato con una donna mia al fianco, che chi ho amato non mi ha mai preso sul serio, e che ignoro lo sguardo di riconoscenza che una donna rivolge a un uomo ? E ricordarti che, per via del lavoro che ho fatto, ho avuto i nervi sempre tesi e la fantasia pronta e decisa, e il gusto delle confidenze altrui? E che sono al mondo da quarantadue anni ? Non si può bruciare la candela dalle due parti – nel mio caso l’ho bruciata tutta da una parte sola e la cenere sono i libri che ho scritto. Tutto questo te lo dico non per impietosirti – so che cosa vale la pietà, in questi casi – ma per chiarezza, perchè tu non creda che quando avevo il broncio lo facessi per sport o per rendermi interessante. Sono ormai aldilà della politica. L’amore è come la grazia di Dio – l’astuzia non serve. Quanto a me, ti voglio bene, Pierina, ti voglio un falò di bene. Chiamiamolo l’ultimo guizzo della candela. Non so se ci vedremo ancora. Io lo vorrei – in fondo non voglio che questo – ma mi chiedo sovente che cosa ti consiglierei se fossi tuo fratello. Purtroppo non lo sono. Amore.”