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martedì 30 giugno 2015

Ed ora parliamo ancora del tempo, quello di un padre e di suo figlio.




C'erano una volta un papà impegnato e un figlio che gli voleva tanto bene.

- "Papà, posso farti una domanda?"
- "Certo, di cosa si tratta?"

- "Papà, quanti soldi guadagni in un'ora?"
- "Ma... Non sono affari tuoi. Perché mi fai una domanda del genere?"

- "Volevo solo saperlo. Per favore dimmelo, quanti soldi guadagni in un'ora?"
- "Se proprio lo vuoi sapere, in un'ora guadagno 50 euro"

- "Oh!", con la testa rivolta verso il basso.
- "Papà, mi presti 25 euro?"

Il padre si arrabbiò:

- "La sola ragione per cui me lo hai chiesto è per chiedermi in prestito dei soldi per comprare uno stupido giocattolo o qualche altra cosa senza senso! Adesso tu fili dritto nella tua stanza e vai a letto senza televisione! Pensa al perché stai diventando così egoista! Io lavoro duro ogni giorno e tu dimostri un atteggiamento infantile!"

Il piccolo bambino andò in silenzio nella sua stanza e chiuse la porta.

L'uomo si sedette e diventò ancora più arrabbiato ripensando alla domanda del figlio:
- "Come ha avuto il coraggio di farmi una domanda simile... Solo per avere dei soldi?" - pensò.

Dopo un'ora o poco più, l'uomo si calmò, e cominciò a pensare:
- "Forse c'è qualcosa di cui ha davvero bisogno e che costa 25 euro. In fondo, non chiede quasi mai dei soldi"

L'uomo andò nella stanza del piccolo bambino e aprì la porta. Chiese a bassa voce:
- "Stai dormendo?"
- "No papà, sono sveglio"

- "Stavo pensando che forse sono stato troppo duro con te. È stato un giorno faticoso per me oggi e mi sono scaricato su di te. Scusami. Questi sono i 25 euro che mi hai chiesto"

Il piccolo bambino si sedette e subito sorrise.

- "Oh, grazie papà!"

Da sotto il cuscino il bambino tirò fuori alcune banconote stropicciate. Il papà vedendo che il bambino aveva già dei soldi rimase di stucco. Il piccolo bambino iniziò lentamente a contare i suoi soldi, poi guardò il padre.

- "Perché vuoi altri soldi se ne hai già?" - chiese il papà.
- "Perché non ne avevo abbastanza, ma adesso sì! Papà, ho 50 euro adesso. Posso comprare un'ora del tuo tempo? Per favore, vieni a casa prima domani. Mi piacerebbe cenare con te!"

Il padre rimase impietrito. Strinse in un abbraccio il bambino e, con gli occhi gonfi di lacrime, lo implorò di perdonarlo.

Morale: Non bisogna sempre lavorare duramente nella vita rischiando di non renderci conto che il tempo scivola via, tra le dita. Spendiamo un po' del nostro tempo con le persone più importanti della nostra vita, quelle vicino ai nostri cuori. 50 euro valgono quanto il nostro tempo con la persona che amiamo? Se dovessimo morire domani, potremmo essere sostituiti facilmente sul posto di lavoro. Se dovessimo morire domani, la nostra famiglia e gli amici sentiranno la nostra mancanza per il resto delle loro vite. Pensiamoci, prima di mettere tutto ciò che abbiamo nel lavoro invece che dedicarlo agli affetti.

Ti auguro tempo. Elli Michler


Di  Elli Michler non si sa praticamente niente se non che era una poetessa tedesca nata nel 1923 e morta recentemente nel 2014.
La sua poesia più famosa è un inno al tempo. A volte ne abbiamo poco, altre ne abbiamo troppo dipende da ciò che la vita ci ha regalato o negato e da cosa gli altri ci hanno donato o privato.



Così Elli regala del "tempo" a tutti i figli suoi e nostri e questi sono i suoi versi.

Ti auguro tempo.

Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti,
e non soltanto per guardarlo sull'orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.











lunedì 29 giugno 2015

Fabrizio De André e le sue musiche.


Oggi voglio dedicarmi alla musica, a quella forse un po' vecchiotta ma che io trovo intramontabile, cioè le canzoni di Fabrizio De André.


De André muore nel gennaio del 1999 ma le sue esibizioni pubbliche sono sempre state rare. E' uno dei cantautori italiani che più si è imposto al pubblico per i contenuti nuovi e se vogliamo, molto particolari, delle sue canzoni.
Forse non tutti ricorderanno che lui e la moglie Dori Ghezzi furono sequestrati per circa 4 mesi in Sardegna, dove avevano una azienda agricola, e che per lunghi anni furono spiati dai servizi segreti con l'accusa di sostenere e simpatizzare con gruppi anarchici e filo-cinesi. In realtà non c'era niente di vero e De André in quel periodo, si limitò soltanto a finanziare con qualche donazione, una rivista anarchica.

Ora ascoltiamo la musica.

Bocca di rosa


La guerra di Piero


La canzone di Marinella


Il pescatore


Via del Campo












domenica 28 giugno 2015

Pesche noci alla griglia ed Herman Hesse. Una ricetta, una poesia, un quadro.


Siamo ormai ad un passo dall'estate e finalmente troviamo la buona frutta, quella che io preferisco, come le pesche.
Un modo diverso e semplicissimo di mangiarle è facendole alla griglia.

Ingredienti
4 pesche noci grandi
g. 30 di zucchero semolato fine
2 kiwi
1/2 baccello di vaniglia
1/2 stecca di cannella
liquore all'amaretto

Procedimento
Tagliate a metà le pesche noce, eliminare il nocciolo, adagiatele capovolte sulla placca del forno foderata con l'apposita carta e fatele grigliare fino a quando diventano colorite.
Intanto schiacciate la vaniglia e la cannella insieme allo zucchero.
Su una pirofila si mettono le pesche con la parte tagliata in alto. Si spolverizzano con il composto di zucchero e al centro si versa un po' di liquore.
Si rimettono in forno caldo a 190° der 10/15 minuti.
Si possono servire calde o fredde a piacimento contornate di fettine di kiwi.


Albero di pesco di Vincent Van Gogh


Herman Hesse

Colmo di fiori è il pesco,
non tutti diventeranno frutto,
splendono limpidi come schiuma rosa
per l'azzurra fuga delle nubi.
Come fiori sbocciano i pensieri,
cento al giorno, lasciali fiorire!
Lascia alle cose il loro corso!
Non domandare il raccolto!
Occorrono anche gioco e innocenza
e fiori in abbondanza
altrimenti il mondo sarebbe angusto.




sabato 27 giugno 2015

Che cos’è il “gender” e Fahrenheit 451. Genitori attenzione!



Sono sicura che tutti ricordate il libro e poi il film “Fahrenheit 451” nel quale, in un futuro posteriore al 1960, si descrive una società distopica nella quale leggere e possedere dei libri è considerato un reato e quindi per contrastare ciò, viene creato un apposito corpo dei vigili del fuoco impegnato a bruciare ogni tipo di volume.

Mi ricollego a questa trama perché in Italia da un po’ di tempo assistiamo ad un fenomeno quanto mai particolare. Ci sono movimenti Pro-Life e l’agguerrito Family day che stanno cancellando dalle biblioteche scolastiche testi nei quali, si afferma, si potrebbero ritrovare pensieri “gender”.
Sono libri per bambini nei quali si parla della realtà che oggi viviamo e che, in modo molto semplice parlano ai ragazzi di ciò che li circonda: famiglie con due mamme, famiglie adottive o affidatarie, famiglie multirazziali, famiglie dove vivono bimbi sani ma anche disabili, insomma tutto ciò che giornalmente circonda la vita dei nostri ragazzi. Questi movimenti vogliono difendere i propri figli a colpi di spugna, cercando di cancellare la vita reale a favore di stereotipi che la scuola invece deve combattere.
Alcuni di questi libri incriminati, graziosi nelle storie e graficamente di qualità grazie a disegnatori professionisti quali ad esempio Altan, sono stati additati addirittura per istigazione a comportamenti scorretti.


A Venezia il neosindaco Brugnaro ha già preparato la lista dei libri da eliminare dalle biblioteche di primarie e scuole dell’infanzia, mentre a Trieste, dove si voleva introdurre nelle classi il “Gioco del rispetto” (un percorso educativo basato proprio sull’educazione di genere e quindi no gender, cioè sul rispetto delle differenze, dei sessi e il superamento degli stereotipi) le psicologhe autrici del gioco sono state prese di mira con accuse decisamente fuori luogo.
Perché, ci si chiede, s’innesca una battaglia su qualcosa che in realtà nelle scuole non è un problema?
La teoria “dei gender” non trova nelle programmazioni didattiche degli insegnanti, contenuti che possano far preoccupare i genitori, anche se ripeto, la scuola deve abituare i ragazzi a riflettere proprio sulle differenze, rispettandole.
E’ il nostro compito di docenti, formare animi e menti per un futuro accogliente e non istruire persone che possono pensare che distruggere un libro, bruciarlo, sia sintomo di crescita.
Queste chiusure mentali nei confronti degli altri non risolvono i problemi della nostra società, ambiente molto variegato e in continuo mutamento, ma possono diventare abitudini pericolose e nelle notizie che quotidianamente ci giungono, ci sono già dei presupposti che fanno riflettere.


Vi riporto qui sotto un articolo di Laura Palazzani  del 20 marzo 2010 che spiega molto bene, secondo me, che cosa sia “la teoria gender”:

“Non è per ossequio alla lingua inglese che il titolo del volume di Giulia Galeotti 
Gender-Genere. Chi vuole negare la differenza maschio-femmina? L’alleanza tra femminismo e Chiesa cattolica (Vivere in, 2009) riporta, accanto a "genere" la parola gender.
È, invece, una indispensabile precisazione linguistica.
Il termine “genere” è solitamente usato per distinguere in grammatica tra “femminile” e maschile"; ma "genere" è anche una categoria concettuale che raggruppa individui con proprietà simili (si usa per indicare il "genere umano"). Eppure vi è un terzo significato di "genere", che si può cogliere solo richiamandosi all’originario significato nella lingua inglese, in contrapposizione a sex: sex indica la differenza fisica uomo/donna; gender fa riferimento all’identità sessuale quale prodotto di una costruzione sociale e autodeterminazione individuale.
Le teorie gender, riprendendo una nota frase di Simon de Beauvoir "donne non si nasce, ma si diventa", introducono l’idea che il sesso che "siamo" può non coincidere con il "genere" che possiamo divenire. In altri termini: possiamo nascere donne e divenire uomini o, viceversa, possiamo nascere uomini e divenire donne. Insomma, la natura è irrilevante: ciò che conta è come ci "sentiamo" e soprattutto come "vogliamo" essere.





Se poi qualcuno fosse curioso, magari perché ha figli piccoli, di scoprire cosa c’è scritto in questi libri incriminati vi scrivo alcuni titoli:
Piccolo uovo
Il matrimonio dello zio
Il mio primo giorno in Italia
Il grande libro delle famiglie
Piccola storia di una famiglia
Tante famiglie tutte speciali

e poi il link per sorridere, cioè come Facebook ironizza su questa tendenza: