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mercoledì 27 gennaio 2016

27 gennaio nella mia classe, emozioni e paure dei ragazzi.


Stamattina, nella mia classe, come sempre per la data del 27 gennaio abbiamo parlato dell'olocausto e di tutte le sofferenze che gli ebrei e non solo loro, hanno dovuto soffrire in quel tragico periodo della nostra storia.
I ragazzi sono molto sensibili a queste problematiche, soprattutto se ci dedichiamo a spiegare le cause e le conseguenze di decisioni e azioni fatte solo al fine di causare la deportazione e la morte di tante persone innocenti.
Abbiamo parlato a lungo, come al solito; abbiamo letto poesie di bambini che erano rinchiusi a Terezin, abbiamo guardato insieme filmati esplicativi sulle deportazioni e sui campi di concentramento.


Ho raccontato ancora una volta le mie emozioni di quando, ad Amsterdam, sono entrata nella casa di Anna Frank e dopo aver salita la stretta scala che porta al piano di sopra mi sono ritrovata davanti alla libreria che faceva da porta al nascondiglio della famiglia. Oggi quello è un museo ma con uno piccolo sforzo è possibile immaginare la famiglia che si muoveva silenziosamente, da una stanza all'altra, senza poter uscire e senza poter vivere serenamente finché poi furono scoperti e portati via.


I ragazzi, ogni volta che si affrontano argomenti seri come questo, dimostrano la loro maturità e la loro sensibilità.
Domandano, criticano, fanno ipotesi su cosa si potrebbe fare oggi, se dovesse succedere di nuovo una cosa aberrante come quella.
Difficile dare risposte a domande di questo genere, purtroppo, ma sicuramente una cosa va detta e la ripeto sempre: dobbiamo capire, prima di tutto le conseguenze di ogni azione che facciamo e poi ci dobbiamo impegnare perché le nostre idee rimangano salde e portatrici sempre di amore e mai di odio verso qualunque essere vivente.

E poi abbiamo letto e ascoltato questa meravigliosa poesia.

"Se questo è un uomo" di Primo Levi.











domenica 24 gennaio 2016

Al cinema: Il Piccolo Principe un gioiello dell'animazione.



Non so se siete stati al cinema a vedere il film di animazione “Il piccolo principe”.

Io ci sono stata pur essendo una persona adulta, ma, vista la mia professione che mi fa stare tutti i giorni con i bambini, mi interessava valutare se l’adattamento cinematografico potesse essere piacevole come lo è il libro di Antoine de Saint-Exupéry.
Devo confessare che sono stata piacevolmente presa dalla storia soprattutto perché il regista Mark Osborne è riuscito nell’impresa di modernizzare l’avventura del piccolo bambino che giunge da un altro pianeta.
La storia si dipana fra una bambina molto matura che si è trasferita in un nuovo quartiere e che dovrebbe seguire la volontà della madre studiando per accedere ad una prestigiosa scuola, ed un vecchio aviatore molto eccentrico, che attraverso i suoi diari scritti e disegnati, le fa conoscere la storia del Piccolo Principe.
C’è una grande morale che alla fine si palesa nelle azioni della piccola e della madre, finalmente ravveduta, e cioè che l’immaginazione è una fonte di energia notevole, che occorre nell’infanzia ma che ci completa anche da adulti.
Notevole è inoltre il cast dei doppiatori italiani (secondo me sempre pregevoli e bravissimi).
Si va da Toni Servillo a Paola Cortellesi, da Stefano Accorsi ad Alessandro Gassmann, da Micaela Ramazzotti al piccolo Lorenzo D’Agata e dà la voce al principino.
Insomma un film che mi sento di consigliare soprattutto se avete bambini di qualsiasi età.

Un film un po’ magico, un po’ realista ma che ci comunica tanto amore per la vita.




















mercoledì 13 gennaio 2016

Bowie: parole, canzoni tutta la sua poesia.

Non potevo non parlare di un personaggio famoso e amato dal pubblico come David Bowie scomparso ieri dopo una lunga malattia, ma non voglio ripercorrere la sua vita, ben conosciuta ma stralciare parole significative dalle sue canzoni. 

Letter to Hermione:
"La mano che ha scritto questa lettera 
pulisce il cuscino.
Così appoggiaci la testa
e leggi un sogno custodito
non mi interessi che te
la mia anima si lacera per combattere il dolore
penso che forse anche tu ti senta così.
Cosa possiamo fare?
Non sono sicuro di cosa dovremmo fare.
E' per questo che ho scritto proprio per te"


Heroes:
"Io, io vorrei che tu sapessi nuotare
come i delfini, come i delfini nuotano
sebbene nulla, nulla ci terrà uniti
possiamo batterli, ancora e per sempre
oh possiamo essere Eroi, 
anche solo per un giorno.
Io, io sarò re
e tu, tu sarai regina
sebbene niente li porterà via
possiamo essere eroi, solo per un giorno
possiamo essere noi, solo per un giorno"


Be my wife:
"A volte ti ritrovi così solo
a volte non riesci ad arrivare da nessuna parte.
Ho vissuto in tante parti del mondo
ho lasciato ogni posto.
Per favore diventa mia 
dividi la vita con me.
Resta con me
diventa mia moglie"


Wild is the wind:
"Amami, amami, amami, dì che mi ami
lasciami volare via con te
perché il mio amore è come il vento,
e folle è il vento,
folle è il vento.
Dammi più d'una carezza, soddisfa questa mia brama
lascia che il vento ti soffi nel cuore
perché folle è il vento, 
folle è il vento"












domenica 10 gennaio 2016

Storia della "paella" e ricetta.



In questa settimana di permanenza a Siviglia ho avuto modo di mangiare più volte la “paella”, tipico piatto che si trova nei locali di un po’ tutte le città spagnole.
A Siviglia in tutti i ristoranti campeggiavano piatti di pesce e quindi anche la paella si trovava soprattutto con ingredienti di mare come cozze e gamberoni, decisamente buona per chi, come me, adora quel genere di alimenti.
La storia di questo piatto nasce nel XV - XVI sec. dagli ingredienti recuperati nelle opulente tavole dei signori e riutilizzati dalla servitù. “Paella” in lingua originale significa “padella”, ovvero il basso recipiente di ferro a due manici nel quale viene cucinato, servito e presumibilmente mangiato questo piatto che molte volte mescola carne e pesce e che quindi ricorda ancora di più il fatto che la servitù mescolava tutto ciò che rimaneva dei ricchi pranzi e cene delle famiglie nobili.
La paella non poteva nascere che in Spagna, dove furono i Romani a portare l'olio ed i Mori il riso e lo zafferano e in realtà sarebbe un piatto tipico di Valencia anche se col tempo è divenuto il punto di riferimento della gastronomia spagnola.
La tradizione vuole che la "paella" venga cucinata all'aria aperta e possibilmente con legna d'arancio, che a Valencia è facile trovare. Questa legna, a parte dare alla "paella" un certo aroma, ha la caratteristica di mantenere un fuoco costante e facile da controllare, visto che in molte parti dell'elaborazione del piatto, bisogna regolarne il calore. Quando non è possibile usare la legna il sistema più utilizzato è una serpentina circolare e a gas per distribuire equamente il calore a tutta la "paella".
Bisogna comunque ricordare che è un piatto tipico da consumare a pranzo e non a cena, quindi attenzione ai ristoranti o bar che la propongono anche di sera, perché c’è la possibilità che venga riscaldata quella del giorno.

Molte sono le varianti di questo piatto: di pesce, di carne, mista o di sole verdure ... con riso nero o bianco, ect. Ma ricordiamo che quella originale è la valenciana cucinata con pollo, coniglio e verdure.

Nel 2001 venne elaborata la "paella" che entrò nel record Guinness per le sue dimensioni. La padella utilizzata si fabbricò in acciaio e il suo peso era di 23 tonnellate, il suo diametro di 21 metri e sedici centimetri.  Furono realizzate 1.100.000 razioni, gl'ingredienti utilizzati furono 6.000 kg di riso, 12.000 kg di pollo e coniglio, 5.000 di verdure, 1.100 litri d'olio, 275 kg di sale, 16 kg di peperoncino rosso dolce, un kilo di zafferano e 13.000 litri d'acqua. Dieci le persone incaricate alla cottura e più di 80 collaborarono alla sua realizzazione.



Per chi volesse provare a cucinarla vi scrivo la ricetta, con carne.

Ingredienti

400 g di riso “bomba” (è spagnolo e sarebbe il più adatto ma anche costoso) o arborio italiano
200 g di pollo in parti spellato, disossato e sgrassato
200 g di coniglio in parti
200 g di fagioli bianchi lessati
200 g di taccole o fagiolini lessati
100 g di peperoni rossi tagliati a dadini
150 g di pomodori molto maturi spellati e tritati
1 cucchiaino di peperoncino dolce
2 bustine di zafferano in polvere
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 litro di brodo vegetale caldo
mezzo bicchiere di vino bianco

Procedimento

Rosolate la carne nella “paella” con un filo d’olio, aggiungete tutto il vino e lasciate cuocere a fuoco medio per venti minuti circa. Una volta che tutto il vino sarà evaporato, aggiungete un bicchiere di brodo vegetale caldo, mescolate e fate asciugare.
Unite quindi il peperone e un altro bicchiere di brodo. A questo punto aggiungete le taccole o i fagiolini, i fagioli bianchi, il pomodoro sminuzzato ed il peperoncino.
Fate cuocere per circa 10 minuti, mescolando spesso, soprattutto per amalgamare bene le spezie ed insaporire tutti gli ingredienti in modo omogeneo. Unite il brodo rimasto e tutto il riso.
Mescolate per distribuire bene gli ingredienti nella padella e lasciate poi cuocere a fuoco medio, fino a che il riso avrà assorbito tutto il brodo.
Unite lo zafferano, mescolate e servite caldo.

giovedì 7 gennaio 2016

Il mio viaggio a Siviglia. Il Metropol Parasol.




























Siviglia è una città ricca di storia ed è molto affascinante non solo per le importanti testimonianze del passato ma anche per l’aria che vi si respira (come un po’ in tutta la Spagna), per i suoi abitanti cordiali e molto vivi e per gli scorci bellissimi che si vedono dalle stradine del centro città.
Ha un grande fiume che l’attraversa, il Guadalquivir, che separa la parte più antica da quella moderna e che si unisce attraverso nuovissimi ponti.
Io sono tornata da pochissimi giorni e lì ho trascorso una settimana a cavallo della fine dell’anno. Il clima non è freddo, neppure d’inverno, mentre so che d’estate è piuttosto caldo quindi per un viaggio credo che sia meglio limitarsi entro la primavera.
Avevo preso un piccolo appartamento in centro e da lì mi sono potuta muovere sempre a piedi e senza grande fatica, distribuendo le visite e programmandole ogni mattina.

Fra le varie attrazioni avevo a cinque minuti da casa, il Metropol Parasol un’incredibile costruzione che campeggia sopra ad una grande piazza di cui vi voglio parlare oggi.
I lavori di costruzione sono terminati nel 2011 e fanno parte di quella modernizzazione della città che ha preso il via con l’Expo del 1992 e che non si è più arrestata.


Questa particolarissima struttura in legno è la più estesa al mondo, e dona ombra alla Plaza de la Encarnacion donando vivibilità ad una zona fra le più vivaci di tutta Siviglia.
L’architetto che l’ha progettata è il tedesco Jurgen Mayer e grazie alla fantasia e alla spregiudicatezza della soluzione creata, ha fornito alla città una delle più famose attrattive per i turisti.




















Nel periodo natalizio, particolarmente sentito dalle famiglie che frequentano le strade e i locali fino a tarda sera, passeggiando e facendo compere, il Parasol si trasforma grazie a luci colorate e manifestazioni per bambini, dimostrando quanto faccia ormai parte della vita dei suoi abitanti.