Il mio post di oggi prende spunto da una notizia
letta sul giornale e cioè di sei ragazzi che a Salò sono stati fermati dai
carabinieri per droga e che sono stati difesi dai genitori che hanno detto “Non
avete altro da fare che prendervela con mio figlio per uno spinello? Rovinare
un giovanissimo per così poco…”
I ragazzi avevano 30 g. tra marijuana, hashish e
cocaina e uno di loro teneva in tasca anche un coltello a serramanico, ma i familiari
premurosi se li sono coccolati e rincuorati accusando le forze dell’ordine di
eccessivo autoritarismo.
Dopo lo sbigottimento e l’incredulità che mi è presa
mi sono domandata dove pensa di andare una società che non sa più punire chi se
lo merita e cosa credono di ottenere questi genitori che garantiscono ai loro
figli la bella vita, gli svaghi senza nessuna responsabilità.
Io lavoro nella scuola primaria da 42 anni e posso
garantirvi che ciò che vedo quotidianamente non ha più una logica. Molte sono
le colpe della scuola stessa e della mancanza di valori nella nostra attuale
società e questo non lavora a favore della soluzione dei problemi, ma le più
alte responsabilità le hanno i genitori che ormai da anni sono tenuti sotto
scacco da bambini sempre più piccoli che imperano dittatorialmente nelle
famiglie.
Non avete forse idea di quanto questi piccoli già dai
tre anni comandino a bacchetta i genitori pretendendo di avere sempre ragione,
di decidere su tutto anche su cose che non li riguardano. Molti genitori
disperati si rivolgono a noi docenti sperando che la scuola possa migliorare la
loro vita, come se, avendo il mal di testa bevessi un brodino caldo nella
speranza di risolvere tutto.
Purtroppo non sta in questi termini.
Per troppi anni si è preso a modello ciò che
Françoise Dolto ha suggerito, cioè di considerare il bambino come una persona
già adulta e non per ciò che è.
Questa psicoanalista famosissima una quarantina di
anni fa ha convinto intere generazioni che era di primaria importanza far
sentire il bambino un essere totalmente partecipe della vita della famiglia
anche nelle scelte da fare o nelle decisioni da prendere.
Il risultato ottenuto è stato lo sbando educativo.
Purtroppo le famiglie, sempre più smembrate (oggi i
matrimoni durano decisamente pochi anni), con donne in carriera e padri che
mielosamente vogliono riconquistare i figli colmandoli di attenzioni, mancano
di alcuni dati essenziali:
- l’accordo fra i
partner
- la capacità di
dire no
- saper dare
sicurezza
- mantenere ciò che
è stato detto.
E’ con un po’ di serietà e costanza che si possono
ottenere buoni risultati ma non ci si può far vedere incerti, titubanti perché
i figli sanno sempre dove andare a colpire e come ottenere ciò che desiderano.
Anche nei
confronti della scuola l’atteggiamento generale di oggi è di totale discredito
del docente, e questo detto palesemente davanti ai ragazzi che si sentono in
dovere a quel punto, di fare ciò che vogliono, di non studiare se non gli va,
di pensare ad altro tanto c’è chi li protegge e giustifica. Da notare che
l’abbandono scolastico in Italia è cosa frequente con cifre che raggiungono
circa il 19% della popolazione fra i 18 e i 24 anni, situazione che in parte è
dovuta ad un vasto disagio socio-culturale ma d’altro canto anche da un soffuso
malessere nel quale si ritrovano a vivere molti giovani sempre più
infelici.
Finisco con le esortazioni di Papa Francesco che
chiede ai genitori di “riprendere il loro ruolo educativo, perché i figli
crescano nella responsabilità di sé e degli altri. E nelle separazioni non
siano presi mai come ostaggio.”
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