Gianni Rodari
Il treno degli emigranti.
Non è grossa, non è pesante
la valigia dell'emigrante...
C'è un po' di terra del mio villaggio,
per non restar solo in viaggio...
un vestito, un pane, un frutto
e questo è tutto.
Ma il cuore no, non l'ho portato:
nella valigia non c'è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.
Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù...
Ma il treno corre: non si vede più.
Il problema della migrazione dei popoli, resta ancora oggi (e lo vediamo tutti i giorni nelle notizie) del tutto irrisolto. Solidarietà, accoglienza, comprensione si contrappongono purtroppo al disprezzo, allo sfruttamento e al razzismo. Queste persone sono uomini, donne e bambini privati di quei diritti che sono dell'uomo stesso: vita, libertà di parola, non essere torturati o emarginati.
Rodari tratta l'argomento dell'emigrazione con una certa leggerezza ma dice chiaramente che il "cuore" rimarrà sempre nella terra di origine, come un cane fedele.
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