Come si fa ad essere indifferenti al terremoto che ha
devastato il Nepal in modo così drammatico?
Le scosse continuano e la gente dorme in auto o per strada.
Fulvia Clerici coordinatrice di Ai.Bi (Associazione amici
dei bambini) racconta che nel momento della scossa “il pavimento dondolava a tal punto che sembrava di
stare nell’acqua”.
Il bilancio delle vittime sale continuamente, stamani
mattina si parlava già di 3300 ma non sarà definitivo. Molta colpa è da
attribuire sicuramente alla vulnerabilità degli edifici fatiscenti e non adeguati ad
assorbire un rischio tellurico che invece, in quella zona, è frequente.
Oltre ai morti nei paesi e città ci sono persone inghiottite
dai ghiacci nei crepacci che si trovano in una delle zone più pericolose
dell’Everest, quella che collega il campo base al Campo 1.
Questo fenomeno è diverso dalle valanghe, e sono gli sherpa
a testimoniarlo e per loro l’alpinista Mario Vielmo. che riferisce che sembra
ci siano persone intrappolate nei ghiacci in una zona conosciuta dagli
alpinisti come “icefall”, la cascata di ghiaccio che si trova appunto
fra il campo base e il campo1.
Il percorso in quella zona è particolarmente pericoloso
perché il ghiaccio è normalmente in movimento. Già un anno fa’ morirono 16
persone, soprattutto sherpa.
Oggi è molto difficile sapere quante sono le persone rimaste
imprigionate che andranno a sommarsi alle vittime delle valanghe che dovrebbero
essere 19/22 con 60 feriti.
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