Ho
letto che “in un’alta percentuale di ragazzine
inglesi fra i 7 e i 21 anni, il corpo, o meglio la sua immagine, rappresenta
l’unico parametro con cui relazionarsi con il mondo. Le percentuali del Body Confidence Progress Report
2015, un sondaggio governativo del Ministero delle Pari
Opportunità britannico, delineano un ritratto di bambine e giovani donne
ossessionate dall’immagine: l’87 per cento ritiene che il
proprio valore sia riflesso da uno specchio e che per una donna l’aspetto sia
più importante delle abilità”.
Io trovo che non solo le giovani donne abbiano questa
ossessione per il corpo ma anche quelle più mature, donne cioè della mia età
che non si arrendono facilmente all’avanzare degli anni.
Certo non dico che una donna non debba più considerare
il proprio corpo solo perché ha passato i sessanta, ma alcune volte mi sembra
che gli interventi che vengono fatti su parti del corpo, che inevitabilmente
fanno vedere il tempo che passa, siano eccessivi.
La televisione ci propina dalla mattina alla sera
cantanti, presentatrici, attrici irriconoscibili, visi che non hanno più nulla
a che fare col passato. Io le chiamo “maschere viventi” perché non capisco cosa
ci sia di male nell’invecchiare.
Ho quasi 63 anni e ritengo che una buona crema sul
viso sia sufficiente, qualche inestetismo ce l’ho e me lo tengo e lo porto con
fierezza proprio perché non posso competere e scambiarmi con una trentenne.
Ad
ognuno il suo tempo.
Una donna credo che non abbia necessità di ricorrere a
queste falsità per affermarsi, basta un pizzico d’intelligenza!
Forse non sarete d’accordo con ciò che scrivo,
forse anche voi uscite al mattino con abiti strizzatissimi e corti, ma io mi
chiedo se davvero vi sentite in pace con voi stesse.
Proprio in quest’ottica fa riflettere, e molto, la
scelta dell’attrice Angelina Jolie di sottoporsi a due interventi decisamente
invasivi sulla propria femminilità.
Il primo è stato una doppia mastectomia preventiva
per il cancro al seno e l’altro l’asportazione delle ovaie e delle tube di
falloppio.
Ci possiamo chiedere se è una donna che ha troppa
paura di ammalarsi. Sì, forse sì.
Ma in questa scelta non è difficile intuire
che è una donna emancipata, che guarda al suo futuro volendolo lungo e sereno e
alla quale non costa rinunciare ad alcune parti del proprio corpo, se questo le
può garantire d’invecchiare con i suoi figli.
Indubbiamente sono due facce diverse della
medaglia: noi e lei siamo distanti anni luce sui comportamenti che abbiamo e sulle
possibilità di fare ciò che vorremmo. Ma è l’atteggiamento che potrebbe
accomunarci solo se ci considerassimo di più per ciò che siamo: donne.
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