Vorrei parlarvi di un film che ho visto da poco tempo
e che oggi mi è tornato alla mente dopo aver sentito ieri la notizia del bombardamento USA sulla Siria
definito un “errore” dal Pentagono.
Il film in questione è IL DIRITTO DI UCCIDERE una storia fra il reale e la fantasia ma che,
secondo me non si discosta poi così tanto da quello che realmente può succedere
in queste guerre giornaliere alle quali ci siamo quasi abituati e che
“digeriamo” con una certa facilità, prova ne è che già oggi su molti giornali
non si parla più di cosa sia successo.
La storia è molto semplice. La guerra ormai si combatte con droni e a
distanza ed è proprio così che si decide di bombardare un’abitazione a Nairobi dove
sono presenti terroristi ben conosciuti e giovani kamikaze che si stanno
preparando per il loro martirio.
Helen Mirren, sempre brava nei suoi ruoli e anche
qui carismatico colonnello dell’esercito britannico, dirige tutta l’operazione
che quindi parte e viene eseguita in Nevada da un giovane pilota chiuso in una
apposita stanza.
Ovviamente il colonnello aspetta le autorizzazioni
dai politici ma spinge all’azione perché l’occasione è unica e potrebbe non
capitare di nuovo.
Tutto sembra ben definito quando, il fattore umano,
si presenta improvvisamente nell’aspetto di una bambina che si mette a vendere
il pane esattamente accanto all’abitazione dei terroristi.
Ecco allora che la paura di prendere decisioni
sbagliate che possono portare a conseguenze gravi, fa dilatare i tempi.
I politici e i militari contattati hanno visioni
contrastanti e soprattutto ciò che emerge di più è la paura che le immagini del
bombardamento possano essere messe in rete evidenziando il pericolo e facendo
capire a tutto il mondo di chi sono le responsabilità dell’attacco.
Sicuramente questo film mette in luce un nuovo modo
di fare guerra che può discostarsi dal solo esercito su terra per divenire
sempre più vicino a quei videogiochi che anche i ragazzi usano quotidianamente
per passare il tempo. Ma questo non è un gioco e le persone rischiano di morire
veramente.
Non vi svelerò quale decisione viene presa alla fine
ma confesso che il film mi ha tenuta con gli occhi incollati e il cuore in
apprensione sino alla fine.
Lo consiglierei?
Sì pur essendo un film di guerra ma questa è una
guerra particolare, perché gli eventi sembrano più lontani e perché ciò che
emerge di più è la facilità (non so calcolare quanto reale) di controllare le
persone a distanza, un grande fratello alla Orwell, che non ci fa stare molto
tranquilli.
Bravi gli attori. Nel cast c’è anche Alan Rickman,
morto a gennaio ma decisamente sempre interessante nelle sue performance e
Aaron Paul che materialmente è il militare che deve eseguire il bombardamento.
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