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lunedì 13 aprile 2015

Il mito del "bel corpo" e le scelte della Jolie



Ho letto che “in un’alta percentuale di ragazzine inglesi fra i 7 e i 21 anni, il corpo, o meglio la sua immagine, rappresenta l’unico parametro con cui relazionarsi con il mondo. Le percentuali del Body Confidence Progress Report 2015, un sondaggio governativo del Ministero delle Pari Opportunità britannico, delineano un ritratto di bambine e giovani donne ossessionate dall’immagine: l’87 per cento ritiene che il proprio valore sia riflesso da uno specchio e che per una donna l’aspetto sia più importante delle abilità”.

Io trovo che non solo le giovani donne abbiano questa ossessione per il corpo ma anche quelle più mature, donne cioè della mia età che non si arrendono facilmente all’avanzare degli anni.
Certo non dico che una donna non debba più considerare il proprio corpo solo perché ha passato i sessanta, ma alcune volte mi sembra che gli interventi che vengono fatti su parti del corpo, che inevitabilmente fanno vedere il tempo che passa, siano eccessivi.
La televisione ci propina dalla mattina alla sera cantanti, presentatrici, attrici irriconoscibili, visi che non hanno più nulla a che fare col passato. Io le chiamo “maschere viventi” perché non capisco cosa ci sia di male nell’invecchiare.
Ho quasi 63 anni e ritengo che una buona crema sul viso sia sufficiente, qualche inestetismo ce l’ho e me lo tengo e lo porto con fierezza proprio perché non posso competere e scambiarmi con una trentenne. 
Ad ognuno il suo tempo. 
Una donna credo che non abbia necessità di ricorrere a queste falsità per affermarsi, basta un pizzico d’intelligenza!

Forse non sarete d’accordo con ciò che scrivo, forse anche voi uscite al mattino con abiti strizzatissimi e corti, ma io mi chiedo se davvero vi sentite in pace con voi stesse.

Proprio in quest’ottica fa riflettere, e molto, la scelta dell’attrice Angelina Jolie di sottoporsi a due interventi decisamente invasivi sulla propria femminilità.
Il primo è stato una doppia mastectomia preventiva per il cancro al seno e l’altro l’asportazione delle ovaie e delle tube di falloppio.
Ci possiamo chiedere se è una donna che ha troppa paura di ammalarsi. Sì, forse sì. 
Ma in questa scelta non è difficile intuire che è una donna emancipata, che guarda al suo futuro volendolo lungo e sereno e alla quale non costa rinunciare ad alcune parti del proprio corpo, se questo le può garantire d’invecchiare con i suoi figli.

Indubbiamente sono due facce diverse della medaglia: noi e lei siamo distanti anni luce sui comportamenti che abbiamo e sulle possibilità di fare ciò che vorremmo. Ma è l’atteggiamento che potrebbe accomunarci solo se ci considerassimo di più per ciò che siamo: donne.

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