Cesare Pavese venne
trovato morto nell’albergo "Roma" a Torino il 27 agosto 1950.
Si sa che aveva ingerito oltre dieci bustine
di sonnifero e solo due mesi prima aveva vinto il Premio
Strega.
Molti hanno interpretato l’atto dello scrittore come la fine di un
percorso di delusioni che hanno delineato una sorta di infelicità affettiva nell’autore.
Prima del suicidio scrisse questa commovente lettera alla giovane Romilda
Bollati che chiamava con lo pseudonimo di “Pierina”.
Questa è la lettera:
“Cara Pierina, ….. Ma tu, per quanto inaridita e quasi
cinica, non sei alla fine della candela come me. Tu sei giovane,
incredibilmente giovane, sei quello che ero io a vent’otto anni quando,
risoluto di uccidermi per non so che delusione, non lo feci – ero curioso
dell’indomani, curioso di me stesso – la vita mi era parsa orribile ma trovavo
ancora interessante me stesso. Ora è l’inverso : so che la vita è stupenda ma
che io ne sono tagliato fuori, per merito tutto mio, e che questa è una futile
tragedia, come avere il diabete o il cancro dei fumatori. Posso dirti, amore,
che non mi sono mai svegliato con una donna mia al fianco, che chi ho amato non
mi ha mai preso sul serio, e che ignoro lo sguardo di riconoscenza che una
donna rivolge a un uomo ? E ricordarti che, per via del lavoro che ho fatto, ho
avuto i nervi sempre tesi e la fantasia pronta e decisa, e il gusto delle
confidenze altrui? E che sono al mondo da quarantadue anni ? Non si può
bruciare la candela dalle due parti – nel mio caso l’ho bruciata tutta da una
parte sola e la cenere sono i libri che ho scritto. Tutto questo te lo dico non
per impietosirti – so che cosa vale la pietà, in questi casi – ma per
chiarezza, perchè tu non creda che quando avevo il broncio lo facessi per sport
o per rendermi interessante. Sono ormai aldilà della politica. L’amore è come
la grazia di Dio – l’astuzia non serve. Quanto a me, ti voglio bene, Pierina,
ti voglio un falò di bene. Chiamiamolo l’ultimo guizzo della candela. Non so se
ci vedremo ancora. Io lo vorrei – in fondo non voglio che questo – ma mi chiedo
sovente che cosa ti consiglierei se fossi tuo fratello. Purtroppo non lo sono.
Amore.”
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