sito internet

martedì 16 novembre 2021

L'INFINITO DUBBIO FRA ESISTENZA E VITA.


 


Lo scrittore Oscar Wilde disse che:

"Per essere felici bisognerebbe vivere. Ma vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste e nulla più"

Ecco quindi che con queste poche parole si può comprendere che "esistere" non è sufficiente, ma che per avere una vita che ci appassioni e che ci lasci dei segni, occorre "vivere" nel bene e nel male.

Alcune volte sono proprio le tragedie che ci fanno scattare nella mente una diversa consapevolezza della nostra vita; se abbiamo la forza e il coraggio di affrontare lo scorrere del tempo e di riappropriarci di noi, la vita riaffiorirà catturandoci.

Così, provando sentimenti ed emozioni, viviamo pienamente la nostra  vita e ogni secondo sarà poi un ricordo prezioso che tornerà, nell'andare avanti dell'età, allo scopo di riempire le nostre giornate.

Cosa sarebbe la mia vita ora che sono sola, ora che ho perso la parte più importante del mio essere? Certamente la solitudine mi accompagna quotidianamente e non manca il dolore per la perdita perché anche questo sta dentro al grande gioco del vivere. Ma i miei pensieri sono pieni di lui, del suo amore, di ciò che mi ha lasciato con la sua sensibilità ed arte, di tutte le esperienze che abbiamo condiviso.

Se fossi soltanto esistita e non avessi vissuto, dalle mie mani filtrerebbe la sabbia e non rimarrebbe neppure un granello. 

sabato 13 novembre 2021

NELL'ARTE POSSIAMO RITROVARE NOI STESSI.






Tiziano Terzani sapeva interpretare l'animo umano a tal punto da riconoscerne la sua pochezza se esso è povero. 

Povero di interessi, di sensazioni, di immagini.

L'arte riempie questo gap e ci illumina anche se non ce ne accorgiamo, dandoci l'occasione di ammirare la vita non solo con lo scorrere quotidiano del tempo ma soprattutto riempiendo questo tempo di valori eterni.

Bello ascoltare un brano musicale e percepirne le vibrazioni a tal punto da essere costretti a piangere. Guardare un quadro o una scultura e rimanerne incantati a tal punto da farne parte intimamente, sentirsi uno dei personaggi e gioire o soffrire con lui. Ammirare un castello e immaginarci cortigiani in quel momento storico che ormai non ci appartiene ma ci affascina ancora.

Bisognerebbe sempre essere curiosi come i bambini e porsi domande su domande per arrivare ad una conoscenza meno piatta e legata ad individualismi che niente hanno a che fare proprio con l'Arte, quella con la A maiuscola, quella che ci abbaglia e ci consola.

Andiamo allora nei musei, ora che sono di nuovo godibili. Questo inverno, in Italia, verranno presentate mostre di grande spessore e mi auguro davvero che siano per molti uno stimolo a muoversi e a fruire di questo patrimonio che per fortuna un virus non può annientare.