Stamani alle 11,40 dj Fabo
ha deciso della sua vita e, pur lontano dall’Italia, ha finito con sofferenze e
inutili terapie.
Una scelta sofferta
soprattutto perché, proprio il suo paese lo ha tradito, lo ha costretto ad un
esilio forzato per compiere una scelta così difficile.
Il suo viaggio è stato
sostenuto dalle associazioni che da anni chiedono ai vari governi che si sono
succeduti, una soluzione. Qualcosa che faccia sentire chi ormai non ha più
dignità e voglia di vivere, ancora un essere pensante che può decidere di porre
fine a tante sofferenze.
So bene che su questo
argomento le opinioni sono molto discordanti, per questioni religiose, etiche,
morali.
Ma non mi tirerò indietro
nel dare il mio personale giudizio e cioè che mi auguro in una soluzione il più rapida possibile, che lasci ad ognuno di noi quel libero arbitrio che ci permetta di sentirci
uomini e donne pensanti.
Chi arriva a fare questo
tipo di scelta lo fa non certo a cuor leggero e solo dopo aver passato anni in
tentativi e speranze per una soluzione positiva.
Ma le malattie sono un
torbido serpente che a volte ci agguanta nelle sue spire e non ci abbandona
più, anzi, ogni volta la stretta porta più dolori e sfinimenti.
Molti italiani chiedono
aiuto e informazioni su come muoversi per trovare finalmente quella pace che
sembra un’utopia.
Leggo che nel 2015 sono
state ben 225, di cui 117 si sono recate in Svizzera e lì hanno deciso se
concludere la loro vita o attendere ancora, nella certezza però che quella
soluzione potrà essere praticata.
Si può pensare che ci sia
codardia in chi fa certe scelte (qualcuno oggi lo ha scritto) ma io cerco
sempre di personalizzare i problemi e se quindi devo pensare a me stessa
intrappolata in un corpo che non controllo più, che mi dà solo dolore e ne crea
altrettanto ai miei familiari, allora non avrei il mimino dubbio, non vorrei
continuare ancora a vivere così.
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