Claude Monet
può essere considerato uno fra i pittori più conosciuti e soprattutto amati per
la bellezza dei suoi lavori, per la luce degli ambienti e la delicatezza delle
figure.
Sappiamo
che a poco più di quindici anni andò a Parigi, fucina di artisti e contenitore
incredibile di stimoli e questa immersione nell’arte, questa vita vissuta a
contatto con pittori già conosciuti come Renoir, Pissarro, Sisley lo porta a
condividere e sperimentare “la pittura dal vero” a Fontainbleu.
Non
voglio qui raccontarvi la sua vita ma mi piacerebbe farvi capire cosa si prova
davanti ad un suo quadro e che tipo di risultato cercava di raggiungere con le
sue opere che fanno parte di quel grande movimento chiamato IMPRESSIONISMO.
La
caratteristica principale di questo movimento è l’aver spostato “fuori dallo
studio” il luogo nel quale il quadro veniva fatto, quindi la realtà era
guardata e riprodotta mettendo in evidenza l’infinita varietà di sfumature dei colori
e delle luci che contaminavano l’ambiente.
Per
poter fare questo genere di pittura si sfruttarono due novità: il cavalletto da
campagna, cioè portatile e i colori in tubetto che erano estremamente pratici da
trasportare e liberavano l’artista dal dover mescolare i pigmenti per comporre
i colori desiderati.
Altra
cosa da non sottovalutare è l’attenzione che gli artisti e quindi anche Monet
ponevano alla percezione.
Loro
non rappresentavano ciò che vedevano come fosse semplicemente una fotografia ma
dipingevano l’immagine che sentivano e che i colori stessi gli rimandavano.
Non
qualcosa di chiaro e netto quindi, ma sfocato e pieno di effetti cromatici.
Ecco
così che ciò che noi vediamo quando guardiamo ad esempio i quadri di Monet è
una sorta di rapimento, un sentirsi tirati dentro in quella natura, in
quell’erba o in quel mare così luminoso e attraente. Vorremmo far parte di
quell’ambiente, tanto sembra sereno e accogliente e non stacchiamo gli occhi
finché non l’abbiamo osservato tutto, a distanza, per poterne cogliere
l’impressione appunto che il quadro stesso ci vuole comunicare.
Guardate
ora queste opere. Certo non è come vederle dal vero ma cercate di mettervi
davanti per ammirarne la sostanza, per apprezzarne i colori, per cogliere ciò
che Monet ci voleva mostrare cioè quella impressione che sottintende
libertà non solo di pensiero ma di esecuzione.
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