Sono andata a vedere il film forse già con qualche
preconcetto perché alcuni amici mi avevano detto che era un genere di quelli
tutto bombe e terroristi.
“Mah”, mi sono detta, “proviamo ugualmente”.
Sinceramente potevo risparmiarmi il costo del biglietto e
passare la serata in pizzeria a parlare e ridere con marito e amici, perché
questo sarebbe stato sicuramente tempo trascorso bene.
La cosa che più mi ha disturbato è stata l’evidenza che gli
americani non possono, ancora oggi, essere un pochino più umili, evitando di
mostrarsi sempre detentori del massimo potere su tutto, uomini senza paure,
eroi a tutti i costi.
I nemici, qualunque essi siano, questa volta arabi così non
ci sono dubbi, sempre cattivi e dalla parte del torto, qui mettono in piedi un
grande progetto di vendetta, cioè uccidere i maggiori capi di stato e
naturalmente quale fra tutti questi si salverà? Ovviamente il presidente
americano che, grazie ad una guardia del corpo di quelle che non muoiono mai,
neppure se gli scoppiasse una bomba in mano, riesce fortunosamente a fuggire e
a rimanere vivo anche quando stanno per tagliargli la testa!
La storia non ha storia.
E’ solamente un insieme di sparatorie, di rincorse in auto
ed elicottero, di insipidi personaggi che stanno vicini al vicepresidente
impersonato da Morgan Freeman (che ho sempre reputato un bravo attore ma che
qui sembra piuttosto uno sciocco messo lì per riempire lo schermo) oppure di
tutto lo staff presidenziale che non si è neppure accorto di avere la classica
serpe in seno che tradisce e che fa un errore così stupido da chiedersi: ma
come hai fatto a sopravvivere lì sino ad ora…
Insomma, scusate lo sfogo, ma questo è un film che forse
piacerà molto a Donald Trump che si vanta tanto di voler reintrodurre tattiche di
tortura, vietare l’ingresso dei musulmani negli Usa, demonizzare internet che a
suo dire alimenta il terrorismo, adottare una politica sull’immigrazione tale
che se lui ci fosse stato già come presidente in passato, l’11 settembre non sarebbe mai
successo.
Ecco, questo intendo quando parlo di questo spirito tutto americano,
di questo credere che loro (in realtà solo alcuni) possano sempre fare il bello
e il cattivo tempo in tutte le situazioni, un concetto di sé, come popolo
decisamente falso e proprio l’11 settembre ne è stata la riprova.
Non vi elenco né gli attori né il regista dato che per me
non c’è motivo per andare a vederlo.
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