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venerdì 2 dicembre 2016

Caravaggio misterioso e meraviglioso.




Riprendo in questo post quanto presentato per ora nella mia raccolta: "Fantasie d'arte" occupandomi di un pittore meraviglioso, famoso in tutto il mondo e in vita, molto controverso:

Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO (1571-1610)

In che cosa è rivoluzionario rispetto al momento che sta vivendo?
Lui rappresenta l’oggetto così com’è, differenziandosi dalla pittura manierista cioè fatta alla maniera dei grandi pittori del passato.
E’ un artista colto, ha visto i quadri dei fiamminghi e conosce Plinio (citazione del "Canestro di frutta"). Conosce ed ammira le opere di Michelangelo considerato un maestro.
I suoi quadri nascono direttamente sulla tela senza disegnare prima i soggetti. I personaggi rappresentano spesso i modelli che ha davanti e le donne che frequenta.

- Ragazzo morso da un ramarro (1593/94): la posizione iniziale di tranquillità viene rotta da un qualcosa che cambia la situazione, cioè il ramarro che morde il dito del fanciullo. Si vede un moto di dolore, una smorfia.
Non esiste un ambiente intorno a lui e questa è una caratteristica del pittore che predilige la figura e i moti dell'animo alle suppellettili.
Gli occhi ricordano quelli della testa della Medusa.
In primo piano comunque è raffigurata una pregevole natura morta.
(Fondazione Longhi - Firenze)




- Scudo con testa di Medusa (1597 circa): questa opera visibile alla Galleria degli Uffizi di Firenze, dimostra ancora una volta la bravura del Caravaggio, infatti il supporto è convesso ma lui ha saputo annullarne l'effetto.
La figura pur decapitata ha ancora un attimo di vita, corruga la fronte, gli occhi come la bocca sembrano urlare.
Anche i serpenti sulla testa guizzano nell'ultimo moto di vita.
Efficacissima l'immagine che dimostra terrore per ciò che è successo.





Morte della vergine: è un quadro del 1605/6 fatto da Caravaggio per la Chiesa dei Carmelitani Scalzi di Roma.
Fu un'opera contestata e rifiutata anche dai committenti per l'immagine della Madonna così terrena e soprattutto innegabilmente "morta". Un quadro quindi che non dà speranza di salvezza per Maria che è sdraiata, scomposta, con parte delle gambe scoperte, presentata su una specie di tavolaccio non rispondente quindi a nessuna delle richieste fatte nel contratto e neppure ai canoni di rappresentazione del sacro.
Caravaggio, pittore coraggioso e convinto del bisogno di rappresentare la realtà e le sue storture, fa di questa opera una delle più belle immagini prive di misticità e religione, componendo il dramma della morte in tutta la sua povertà e dolore.

Oggi è conservato al Museo del Louvre di Parigi.





Giuditta e Oloferne: è un quadro del 1598/9.
Come nella maggior parte dei suoi quadri l'ambiente sembra ristretto rispetto alle figure che occupano quasi tutto lo spazio e manca di profondità perché tutto si svolge in primo piano. Giuditta crudele, quasi impassibile, sembra che sfiori appena con la daga il collo di Oloferne, ritraendosi un po' ma ottenendo ciò che voleva, la sua morte. Lei, bellissima così com' era la modella preferita di Caravaggio (Filide Melandroni), piena di luce contrasta con la vecchia serva che accanto aspetta la testa da mettere nel sacco.
Oloferne fa un ultimo grido. Esce il sangue e lui non sappiamo se sia già morto o no, gli occhi sembrano dire di sì ma la tensione del corpo gli dà ancora uno spasimo, un attimo di vita.
Il panneggio dietro appena accenna ad un ambiente inesistente.
Di questa storia riportata nella bibbia esistono molte versioni eseguite da pittori importanti che ne hanno dato versioni personali di cui parleremo in altre occasioni.
(Artemisia Gentileschi; Botticelli; Klimt)






































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