Scrive il pittore nel catalogo della mostra che si terrà nella Biblioteca Comunale del comune di Bagno a Ripoli (Fi)
Perché ancora pittura?
In un’era così tecnologica come quella che stiamo vivendo,
perché ancora pittura?
Sarebbe come chiedersi perché ancora libri? Tanto per fare
un’analogia con ciò che contiene, prevalentemente, il luogo di questa
esposizione.
In fondo tutto ciò che è digitale diviene, con gli strumenti
a nostra disposizione, facilmente trasportabile, trasmettibile, comunicabile, e
riduce i consumi di svariali materiali.
Ma è proprio su quest’ultima caratteristica che mi vorrei
soffermare per giustificare questa mia ostinazione del dipingere: il “materiale”,
cioè il contatto diretto con qualcosa di concreto e tangibile, che non sparisce
se va via la corrente o si esaurisce una batteria.
Il dipinto, la scultura, il libro, sono cose concrete che si
manifestano a noi oltre che attraverso il senso della vista, anche attraverso
il contatto con la sostanza di cui sono fatti. La loro consistenza “corporea”
tridimensionale, il loro peso e oserei dire il loro odore, ci comunicano qualcosa di più del prodotto virtuale.
Ma anche limitandosi al solo fattore visivo oltrepassano il semplice apparire,
perché ci trasmettono caratteristiche che, per quanto “riproducibili” (per
dirla alla W. Benjamin), appartengono originariamente al quel singolo oggetto o
a quell’opera.
Naturalmente ci sono tante altre motivazioni che mi spingono
a continuare a dipingere, molte delle quali comuni ed affrontabili con
un’infinità di altri linguaggi. E qui si potrebbero elencare una serie di
componenti che hanno a che fare con la comunicazione ed il conseguente tipo di
messaggio da veicolare, con il concetto di valore estetico, con il rapporto di
dipendenza o di affrancamento dal reale. Ma queste sono argomentazioni che
lascio volentieri ai critici d’Arte. Posso solo aggiungere che continuo a guardare
la varia umanità che ci circonda, cercando di coglierne gli aspetti che ne
caratterizzano i comportamenti più ricorrenti, le abitudini e i comportamenti
spesso problematici e a volte discutibili. Uso un linguaggio pittorico che pur
rimanendo prevalentemente figurativo si concede delle digressioni in accenni di
frazionamenti cubisti e piccoli brani di composizioni astratte.
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