Oggi
pomeriggio sono stata presente ad un altro funerale, quello di una persona
anziana madre di una collega di lavoro. Mentre ero in chiesa mentalmente facevo
un raffronto con l’altro funerale al quale ho assistito non molto tempo fa.
Oggi poche persone e tutte anziane, amiche o parenti, che con commozione
contenuta hanno salutato la defunta. L’altra volta una chiesa straripante di
persone, giovani in maggioranza perché la donna morta aveva due figli ancora ragazzi e lei era
decisamente in una età nella quale non è giusto morire. La commozione era tale
che non una persona aveva gli occhi asciutti e tutti erano martoriati nello spirito per questa
mancanza così prematura.
Due funerali
oggettivamente diversi e mentre camminavo per strada, per rientrare a casa, mi
è improvvisamente tornato in mente il film “YOUTH” di Paolo Sorrentino.
Mi ha colto di
nuovo quella sensazione di tristezza e d’imminente fine che quel film, stupendo
a mio avviso, ha saputo infondermi quando l’ho visto.
Gli ambienti,
le musiche, tutto è fatto per portarti sempre più vicino al termine della vita,
con un po’ di leggerezza ma certamente nella coscienza che il tempo sta finendo
inesorabilmente.
Chi ha visto
il film penso che non abbia dimenticato i meravigliosi panorami che si godono
dall’albergo nel quale Fred, il compositore e Mick il regista, trascorrono la
loro vacanza primaverile; una vera sinfonia di suoni e d’immagini che quelle
stupende montagne creano nello spirito di ciascuno di noi, anche per una come
me che vive di mare, di onde e salsedine.
Gli attori
sono bravi innegabilmente, ma è l’atmosfera che cattura, questo vivere nel
ricordo che però ha tanti vuoti e tante incomprensioni con figli e donne,
questo vivere a due passi dalla fine inesorabile. Fred e Mick amici e
consuoceri, si raccontano solo le “cose belle” e vivono insieme un’ultima
esperienza che li tocca profondamente.
Le montagne, i
prati, l’erba sono rimasti nei miei occhi per lungo tempo e oggi, quasi per
gioco, sono tornate e mi hanno riportato lì, in punta di piedi, in quel paesino
delle Alpi svizzere.
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