La leggenda di Kinzica: a Pisa, “coraggio” è
femminile.
Attorno all’anno Mille abitava a Pisa, in una casa-torre
nei pressi del fiume Arno, una giovane nobildonna di nome Kinzica de’ Sismondi.
La leggenda narra che la ragazza fosse innamorata di
un cantastorie e che la famiglia osteggiasse il loro amore.
In seguito all’ennesima discussione con i familiari
al riguardo, una sera la giovane andò a placare l’animo sulla loggetta di casa,
trascorrendovi la notte. Fu proprio qui dall’alto della loggetta che lei,
mentre tutta la città di Pisa dormiva tranquilla, riuscì ad avvistare una nave
saracena che si avvicinava minacciosa alla città.
Il pericolo era accresciuto dal fatto che in quei
giorni tutti gli uomini valorosi fossero impegnati a combattere, sempre contro
i Saraceni, per il controllo della Sardegna. la giovane, intuendo l’imminente
pericolo, corse per strada gridando per svegliare i suoi concittadini e iniziò
a suonare le campane forte come non mai per destare tutti e richiamarli fuori
dalle case.
Tutto il clamore smosso dalla ragazza, dice la
leggenda, fu tale e tanto da essere udito fin sulla nave saracena, il cui
equipaggio, spaventato e certo ormai di essere stato scoperto, batté in
ritirata. Fu così che Kinzica divenne un’eroina pisana.
Molte in realtà sono le incongruenze storiche in
questa leggenda, ma il coraggio di questa ragazza (reale o inventata) ha
portato nei secoli a consolidare nel cuore dei pisani l’affetto per la sua
figura, tanto che Kinzica è celebrata ancora oggi dalla città come personaggio
più importante della sfilata storica nella Regata delle Antiche Repubbliche
Marinare.
Non solo: nella facciata di Casa Tizzoni, in via San
Martino, vi è una statua in bassorilievo a lei dedicata e che pare essere in
realtà un frammento di bassorilievo da un sarcofago romano il cui volto sarebbe
stato rielaborato nel XII secolo per donargli le sembianze della giovane
eroina.
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