Il passaggio del tempo.
La gabbia era una vera opera
d’arte
e l’orologio, che occupava la
parte in basso,
scandiva il suo tempo
con l’alternanza di sole e
luna.
Dentro ai trafori un timido
uccellino
meccanico
ugualmente spaurito
stava sistemato sul trespolo
colmo di fiori rosati.
Sulla parete cineserie di
carta
rendevano prossimo
un paesaggio lontano dalla
stanza dei padroni.
Lui e lei
vicini in un’intimità gelosa,
abbracciati vicino alla
finestra,
sognavano insieme
sensazioni gradite di
benessere
scandite dal ticchettio
di quell’orologio inconsueto.
Le biciclette
La campagna mostrava i suoi
colori
più belli e ambrati
nell’autunno ancora caldo.
Le donne in bicicletta
godevano del tepore di
giornate che,
se pur più brevi, erano piene
di luce
e andavano nei viottoli
polverosi in cerca
di un posto per riposarsi.
Non era un gioco
non era futile perder tempo
ma voglia di vita da vivere,
ebrezza di corse e sorrisi
aperti
e, mentre le ruote nella
polvere
scorrevano silenziose,
le loro menti erano più che
mai libere,
lontane da amarezze e turbe.
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