La mostra ha l’intento di far conoscere al pubblico la realtà
di una rete di collezionisti e banche cittadine che continuano a tutelare opere
del ‘900 difficilmente godibili.
Si parla di biblioteche, archivi, istituzioni che di dedicano
principalmente alla formazione e alla ricerca, oltre a privati ed enti bancari
che detengono un patrimonio nascosto ma
significativo della nostra cultura.
La sede stupenda di Villa Bardini, col suo panorama
mozzafiato su Firenze, rende ancora più prestigiosa, se possibile, la mostra.
Sono andata a visitarla sabato pomeriggio, e mi sono
letteralmente goduta il percorso seguendo le spiegazioni accurate e attente,
della guida.
Molte opere mi erano completamente sconosciute e sono
stata quindi piacevolmente attratta da opere di Felice Carena o di Ottone
Rosai, di Severini, di Casorati o di Sironi e Morandi.
Poi una prolungata sosta l’ho fatta davanti al quadro di
Donghi, “Donne per le scale”. Questo dipinto è stato scelto per il manifesto della
mostra, purtroppo però non gli rende giustizia perché si è scelto di mettere al
centro un riquadro con le scritte, che sciupano così l’assetto generale.
In una sezione della mostra ci sono anche libri d’artista che
provengono dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Sono vere e proprie
opere d’arte che accomunano poesie e illustrazioni di autori tali Warhol,
Munari, Picasso, Depero.
E’ presente anche una sezione con opere di autori di fama
internazionale che appartengono alle
collezioni private e che si insinuano nelle manifestazioni creative dalla
seconda metà del secolo con Manzoni, Fontana, Pascali, Castellani o Moore e
Yasuda.
Per chi abita a Firenze o per coloro che intendono venirci è
possibile visitare la mostra fino al 10 gennaio e io lo consiglio vivamente
perché è una bellissima occasione culturale.
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