Un Natale diverso.
Natale
stava arrivando e Michele era già in fibrillazione. Quest’anno avrebbe
desiderato un solo regalo, uno solo, ma quello, Babbo Natale doveva
portarglielo per forza.
-Babbo
Natale vuole bene ai bambini - dicevano tutti.
Se
era così, allora non poteva tradirlo, non quest’anno, perché era sempre stato
buono, aveva sempre obbedito al babbo, ogni volta, anche quando gli chiedeva di
mangiare gli spinaci, e a lui quelli non piacevano proprio.
Si
era impegnato tantissimo ed era sicuro di meritare ciò che desiderava.
-
Ciao Alice, tu cosa hai chiesto di regalo quest’anno?
-
Beh, uno fra i miei regali più desiderati. Voglio da tanto tempo un cagnolino e
spero che mi accontenti perché non ce la faccio più a stare da sola. E tu che
cosa hai chiesto?
-
Non posso dirtelo, è un segreto. Se lo dico a qualcuno, non si avvererà mai.
- Ma
dai, io sono la tua migliore amica, a me lo puoi dire…
-
No! Non posso ti ho detto.
- E
va bene.
Alice
era un po’ arrabbiata ma sapeva che non poteva cambiare le cose. Se Michele
aveva deciso così, lei non poteva chiedere niente di più.
Le
giornate scorrevano velocemente e Michele guardava il calendario che puntualmente
gli ricordava quanti giorni mancavano ancora.
La
sera, mentre era a letto ancora sveglio, sognava ad occhi aperti il dono
chiesto nella letterina e sperava con tutte le sue forze che si avverasse
perché per lui, era la cosa più importante.
La
vigilia di Natale fervevano in casa i preparativi per la cena e per il pranzo
del giorno successivo. Michele era triste. Aveva paura per la prima volta che
non si sarebbe realizzato proprio niente di ciò che voleva. Ogni tanto infatti,
le voci si alzavano e le parole prendevano quel che di “brutto”, di “cattivo”
che lui non voleva sentire, così si tappava le orecchie e si nascondeva dietro
il divano, vicino alla finestra e guardava fuori per non pensare.
Arrivò
la sera e l’atmosfera era carica. Dopo la mezzanotte la mamma gli diede un
pacco da aprire ma Michele non aveva voglia di scoprire quale gioco c’era
nascosto dentro.
- Ma
come, non lo apri?
-
Non ne ho voglia.
-
Perché? – disse il padre.
-
Non era quello che desideravo.
-
Beh potresti almeno fare finta, noi abbiamo fatto tanti sacrifici per comprarti
questo regalo. Sapevamo che è una cosa che piace a tutti i ragazzini della tua
età e te lo abbiamo preso volentieri e tu ci ripaghi con questo atteggiamento?
-
Non importava mamma che tu spendessi soldi, non è ciò che volevo.
- Ma
sentilo, – intervenne il padre – da quando i bambini decidono i regali di
Natale? Io quando ero piccolo avrei voluto tanto un trenino ma non mi è mai
arrivato, eppure non sono morto, mi sono accontentato.
- Io
no!
I
genitori di Michele cominciarono a litigare e a darsi la colpa su chi dei due
aveva abituato così male il figlio. Intanto Michele uscì dalla stanza e se ne
andò a letto a piangere.
Quando
gli animi si calmarono i due genitori si accorsero che il bambino non c’era più
e si resero conto di aver rovinato la festa più bella dell’anno nel solito modo
che ormai da tempo avevano per parlarsi, cioè litigando.
Andarono
da Michele e gli chiesero quale era quindi il dono che avrebbe voluto e lui,
senza guardarli in faccia rispose:
-
Proprio non lo capite? Io non voglio più sentire litigi, voci grosse né fra di
voi, né con me. Io desidero che vi vogliate bene, come prima; desidero che
quando vi guardate lo facciate sorridendo. Ecco che cosa volevo per questo
Natale.
I
genitori si guardarono e capirono quanto avevano sbagliato con il loro figlio e
quanto erano stati egoisti.
Chiesero
allora scusa a Michele e gli promisero che da quel momento in poi avrebbero
fatto tutti gli sforzi possibili per ritrovare quella serenità che sembrava
ormai perduta, anche se non sarebbe stato semplice. Gli fecero capire che
qualche volta sarebbe ancora potuto succedere ma che lui avrebbe dovuto farli
riflettere.
Il
giorno dopo fu un bel Natale davvero per il bambino, che poté anche giocare con
un fantastico videogioco e lo fece proprio con i suoi genitori, sfidandoli e
vincendoli ogni volta.
Babbo
Natale era stato proprio buono!
Cara Sonia eccomi qua. Sono andata immediatamente alla storia che è molto bella e, purtroppo, molto vera per tanti, troppi bambini.
RispondiEliminaBuona serata
sinforosa