Mai
come quest’anno le donne sono stanche di ricevere la classica mimosa dai propri
uomini senza riceverne rispetto, amore, considerazione.
E
mai come quest’anno le donne sentono la necessità di ribellarsi all’infinito
femminicidio che
negli
ultimi dieci anni ha visto 1740 donne uccise in famiglia o da un ex.
Quest’anno
l’8 marzo sarà, a differenza del solito, una giornata di sciopero, di
mobilitazione con astensione dal lavoro; si fermeranno lavoratrici precarie,
dipendenti, autonome e disoccupate che si stanno organizzando per assemblee
nelle strutture sanitarie, nelle aziende, nelle università e nelle scuole
grazie alla copertura sindacale per 24 h, nei settori pubblico e privato.
Questa
mobilitazione è stata organizzata dalla rete “Non una di meno”, movimento femminile nato in reazione alla
continua violenza che accomuna l’Italia a tutti i paesi del mondo.
E
quest’anno, lo sciopero proclamato contemporaneamente in quaranta Paesi, sarà
un ’68 delle donne giovanissime o meno, di coloro che non accettano più
supinamente i soprusi, la pubblicità e il giornalismo che continua a veicolare
contenuti e immagini sessiste alimentando
una subcultura violenta contro le donne.
Un
particolare l’invito allo sciopero è rivolto quindi a chi lavora nella
comunicazione, che potrà unirsi alla mobilitazione con iniziative simboliche,
indossando un capo o una fascia color nero o fucsia.
«Le donne
affrontano la violenza maschile in ogni momento e in ogni situazione: dai banchi di scuola alle pareti di
casa, dal luogo di lavoro a quel luogo virtuale che sono i social»
aggiunge Carlotta Cossutta, del Collettivo Ambrosia e di NonUnaDiMeno Milano.
«Stiamo
mettendo tutte le nostre energie, intelligenze, passione a cambiare per sempre
questa situazione, in ogni contesto e in tutti i Paesi del mondo. Non siamo
sole, la nostra rete è già attraversata
da molti uomini che condividono questa battaglia: ciò che domandiamo
loro è di mettersi in ascolto e appoggiare il cambiamento”.
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