Oggi per la Fiorentina è stata la prima partita senza
il suo capitano, quel Davide Astori morto troppo giovane solo una settimana fa.
Personalmente non mi sono mai occupata molto di
calcio, non sono tifosa e non lo è nessuno nella mia famiglia ma episodi come
questo riescono a scuotere il cuore di chiunque. Morire a 31 anni così
improvvisamente non ti dà modo di accettare la fine, perché troppo prematura e
innaturale.
Quando sono le persone care a lasciarti la mancanza è
sempre forte ma se almeno hanno vissuto appieno la loro vita e si sono avviate
verso quel periodo della vita ormai più vicino alla morte, la tristezza riesce,
con un pizzico di aiuto da parte della ragione, ad accettare la situazione. Ma
in un caso come questo no.
Oggi lo stadio Franchi qui a Firenze ha onorato il suo
capitano con una coreografia fatta di tante bandierine, e colui che si è preso
l’onere di sostituirlo con la maglia 31, rovesciando quel fatale numero 13 che
lui portava con orgoglio, ha fatto un gol contro il Benevento scaldando gli
animi di chi era lì e guardava la gara.
Non sono nuova purtroppo ad episodi di questa natura.
Da giovane ho fatto la “tata” per alcuni anni in una
famiglia con diversi figli. L’ultima nata, divenuta poi una bellissima ragazza,
si era sposata abbastanza presto ed aveva avuto due figli, che erano i suoi
tesori. Anche lei come Astori a poco più di trent’anni una mattina non si è
svegliata.
Il motivo sempre quello: il cuore decelera e poi smette di battere e
non ti accorgi di niente perché passi dal sonno alla morte e lasci nello
sgomento i compagni di vita, i figli, i genitori, tutti colori che ti hanno
amato.
Non potrò mai dimenticare lei e ora anche questo
giocatore di cui fino a pochi giorni fa non sapevo niente ed ora invece rimarrà
lì, in un angolo del mio cuore per sempre.
Le foto non sono mie ma di una preziosa amica che
di calcio si occupa per mestiere e la ringrazio.
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