Sono
rientrata ieri dal mio viaggio di una settimana a Berlino.
L’occasione
è nata da una mostra di pittura collettiva di mio marito e dal desiderio di
andare in gruppo con le galleriste organizzatrici.
Bellissima
esperienza che ci ha legati come persone e ci ha permesso di visitare questa
città così grande, multiforme, giovane e modernissima.
La
cosa che più colpisce è la vastità e i tempi che intercorrono negli spostamenti
da una zona ad un’altra pur avendo a disposizione tutti i mezzi possibili
(metropolitana, tranvia, bus e treni).
Non
mancano certo i turisti, di cui molti italiani, e non mancano neppure i
giovani: la città ne è piena e si respira un’aria di libertà di costumi e
comportamenti che non ho notato in altre città pur grandi e turistizzate.
L’idea
che viene camminando nelle ampie strade, non particolarmente congestionate dal
traffico, è quella di una città in continua trasformazione. Ci sono lavori un
po’ ovunque. Interi palazzi buttati giù e ora in fase di ricostruzione ed
ulteriore modernizzazione.
Accostamenti
spesso arditi, di palazzi tutto vetro di trenta piani accanto a musei antichi o
al duomo, fanno riflettere sul nostro desiderio, tipicamente italiano, di non
mescolare moderno e antico, facendoci però pensare che poi, alla fine, i
contrasti accrescono le bellezze di entrambe le architetture.
Indubbiamente
il recente tragico passato presenta ancora segni e ferite (resti del muro
divisorio fra la parte est e quella ovest, il memoriale dell’olocausto, il
Checkpoint Charlie, il Museo del muro…) ma il desiderio di andare avanti, di
ricostituirsi come popolo ha messo in piedi una nuova città moderna e ben
organizzata.
Poi
la mostra ci ha permesso di conoscere persone nuove e ha messo un pezzetto d’Italia
in una galleria berlinese.