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lunedì 15 giugno 2015

Bambini di oggi e comportamento dei genitori, due atteggiamenti che non vanno più d'accordo.



Il mio post di oggi prende spunto da una notizia letta sul giornale e cioè di sei ragazzi che a Salò sono stati fermati dai carabinieri per droga e che sono stati difesi dai genitori che hanno detto “Non avete altro da fare che prendervela con mio figlio per uno spinello? Rovinare un giovanissimo per così poco…”
I ragazzi avevano 30 g. tra marijuana, hashish e cocaina e uno di loro teneva in tasca anche un coltello a serramanico, ma i familiari premurosi se li sono coccolati e rincuorati accusando le forze dell’ordine di eccessivo autoritarismo.



Dopo lo sbigottimento e l’incredulità che mi è presa mi sono domandata dove pensa di andare una società che non sa più punire chi se lo merita e cosa credono di ottenere questi genitori che garantiscono ai loro figli la bella vita, gli svaghi senza nessuna responsabilità.

Io lavoro nella scuola primaria da 42 anni e posso garantirvi che ciò che vedo quotidianamente non ha più una logica. Molte sono le colpe della scuola stessa e della mancanza di valori nella nostra attuale società e questo non lavora a favore della soluzione dei problemi, ma le più alte responsabilità le hanno i genitori che ormai da anni sono tenuti sotto scacco da bambini sempre più piccoli che imperano dittatorialmente nelle famiglie.


Non avete forse idea di quanto questi piccoli già dai tre anni comandino a bacchetta i genitori pretendendo di avere sempre ragione, di decidere su tutto anche su cose che non li riguardano. Molti genitori disperati si rivolgono a noi docenti sperando che la scuola possa migliorare la loro vita, come se, avendo il mal di testa bevessi un brodino caldo nella speranza di risolvere tutto.
Purtroppo non sta in questi termini.
Per troppi anni si è preso a modello ciò che Françoise Dolto ha suggerito, cioè di considerare il bambino come una persona già adulta e non per ciò che è.
Questa psicoanalista famosissima una quarantina di anni fa ha convinto intere generazioni che era di primaria importanza far sentire il bambino un essere totalmente partecipe della vita della famiglia anche nelle scelte da fare o nelle decisioni da prendere.
Il risultato ottenuto è stato lo sbando educativo.
Purtroppo le famiglie, sempre più smembrate (oggi i matrimoni durano decisamente pochi anni), con donne in carriera e padri che mielosamente vogliono riconquistare i figli colmandoli di attenzioni, mancano di alcuni dati essenziali:
  • l’accordo fra i partner
  • la capacità di dire no
  • saper dare sicurezza
  • mantenere ciò che è stato detto.

E’ con un po’ di serietà e costanza che si possono ottenere buoni risultati ma non ci si può far vedere incerti, titubanti perché i figli sanno sempre dove andare a colpire e come ottenere ciò che desiderano.
Anche nei confronti della scuola l’atteggiamento generale di oggi è di totale discredito del docente, e questo detto palesemente davanti ai ragazzi che si sentono in dovere a quel punto, di fare ciò che vogliono, di non studiare se non gli va, di pensare ad altro tanto c’è chi li protegge e giustifica. Da notare che l’abbandono scolastico in Italia è cosa frequente con cifre che raggiungono circa il 19% della popolazione fra i 18 e i 24 anni, situazione che in parte è dovuta ad un vasto disagio socio-culturale ma d’altro canto anche da un soffuso malessere nel quale si ritrovano a vivere molti giovani sempre più infelici.


Finisco con le esortazioni di Papa Francesco che chiede ai genitori di “riprendere il loro ruolo educativo, perché i figli crescano nella responsabilità di sé e degli altri. E nelle separazioni non siano presi mai come ostaggio.”





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