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domenica 7 giugno 2015

Poesia e arte . Lo zio


Giovanni  Boldini


Lo zio

Avevo uno zio abbastanza strano.
Sempre ben vestito
un po’ rétro magari, con le sue giacche
ed i pantaloni sempre perfetti.
Veniva così anche al mare
ma non sulla battigia
solo sotto la terrazza del bagno
e lì, col suo cagnetto inseparabile,
leggeva o scriveva,
portando un brillante all’anulare.
Fumava col bocchino
e il bagnino lo guardava spesso
con un misto di ammirazione e presa
in giro bonaria
perché era così e nessuno lo cambiava.
Mi chiamava Sonietta
per non scambiarmi con l’altra
e mi dava una pacchetta in testa se
nuotavo bene.
Poi si alzava
e quando era la sua ora
fuggiva letteralmente
col giornale arrotolato sotto il braccio.








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