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lunedì 27 febbraio 2017

Eutanasia: problema che agita le coscienze.





Stamani alle 11,40 dj Fabo ha deciso della sua vita e, pur lontano dall’Italia, ha finito con sofferenze e inutili terapie.

Una scelta sofferta soprattutto perché, proprio il suo paese lo ha tradito, lo ha costretto ad un esilio forzato per compiere una scelta così difficile.
Il suo viaggio è stato sostenuto dalle associazioni che da anni chiedono ai vari governi che si sono succeduti, una soluzione. Qualcosa che faccia sentire chi ormai non ha più dignità e voglia di vivere, ancora un essere pensante che può decidere di porre fine a tante sofferenze.

So bene che su questo argomento le opinioni sono molto discordanti, per questioni religiose, etiche, morali.

Ma non mi tirerò indietro nel dare il mio personale giudizio e cioè che mi auguro in una soluzione il più rapida possibile, che lasci ad ognuno di noi quel libero arbitrio che ci permetta di sentirci uomini e donne pensanti.



Chi arriva a fare questo tipo di scelta lo fa non certo a cuor leggero e solo dopo aver passato anni in tentativi e speranze per una soluzione positiva.
Ma le malattie sono un torbido serpente che a volte ci agguanta nelle sue spire e non ci abbandona più, anzi, ogni volta la stretta porta più dolori e sfinimenti.
Molti italiani chiedono aiuto e informazioni su come muoversi per trovare finalmente quella pace che sembra un’utopia.
Leggo che nel 2015 sono state ben 225, di cui 117 si sono recate in Svizzera e lì hanno deciso se concludere la loro vita o attendere ancora, nella certezza però che quella soluzione potrà essere praticata.
Si può pensare che ci sia codardia in chi fa certe scelte (qualcuno oggi lo ha scritto) ma io cerco sempre di personalizzare i problemi e se quindi devo pensare a me stessa intrappolata in un corpo che non controllo più, che mi dà solo dolore e ne crea altrettanto ai miei familiari, allora non avrei il mimino dubbio, non vorrei continuare ancora a vivere così.










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