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mercoledì 11 novembre 2015

Oggi ero ad un funerale.





Oggi è una giornata molto triste. Sono tornata da un funerale, ma uno di quelli al quale non vorresti mai partecipare.
Non era una mia parente premetto, ma era qualcuno comunque vicino al mio lavoro, ai ragazzi della scuola, al quartiere dove abito.
Non voglio chiamare per nome questa persona ma i dati sconvolgenti sono l'età: 48 anni; sono i figli: 2 ancora giovanissimi. 
Inconcepibile, inaccettabile veder morire in due mesi una donna forte, intelligente, che ha saputo amministrare un importante lavoro fra Firenze e Roma, dove andava tutti i giorni, e la sua famiglia, facendolo sempre con garbo e attenzione.
Il figlio ha solo 11 anni. Stranito in chiesa, pallido, ancora incosciente di una realtà con la quale dovrà convivere da ora in poi e che purtroppo gli piomberà addosso tutta insieme.
La figlia 16 anni . Tutti da gestire per imparare a crescere e a diventare donna. Lo dovrà fare senza l'aiuto della persona più preziosa.
Il marito che avrà un enorme carico sulle spalle. 
Per fortuna ci sono parenti vicinissimi e molto bravi, ma come saranno i giorni per quei ragazzi da stasera in poi?
Veder andar via la bara dalla chiesa seguita dagli occhi umidi e spauriti di quel bambino è stata la cosa più straziante.
Non riesco a giustificare molto serenamente le ovvie parole del sacerdote che parlava di morte e di rinascita, di presenza continua accanto ai figli, di pace che ora circonda la signora.
Torno a dire inconcepibile ed inaccettabile.
Queste situazioni ti mettono davanti a realtà che colpiscono tutti i giorni tante famiglie e non bastano le lacrime, e non sono sufficienti le preghiere, bisogna rimboccarsi le maniche e tirare avanti ma, in un angolino a volte, appare la paura per un malessere, per una piccolezza che subdolamente può nascondere qualcosa di peggio.
E' amara la vita e lo è indistintamente, per tutti.


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