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martedì 14 marzo 2017

Genitori-nonni. I giudici confermano l'adozione per la figlia.






Torino, il giudice toglie la bimba ai genitori-nonni: "È adottabile, resterà con la sua nuova famiglia". 
Così ieri si leggeva la notizia sui giornali ed è argomento di cui già da tempo la stampa si era occupata.

Ai coniugi di Casale Monferrato, oggi 75 anni lui e 63 lei, la piccola era stata tolta nel 2010 a causa di una denuncia per abbandono poi rivelatasi infondata. Ma oggi i giudici, respingendo il ricorso presentato dalla coppia, hanno deciso che la piccola dovrà rimanere con la famiglia adottiva perché "ormai l'abbandono fa parte della sua storia, anche senza che la coppia ne abbia colpa". È un abbandono nei fatti, insomma, e tornare indietro, secondo questa tesi, non è più possibile.

L'avvocato dei coniugi intende impugnare il provvedimento sostenendo che prima o poi la bambina dovrà conoscere la verità e cioè che i suoi genitori sono altri da quelli della famiglia con cui vive, e che la coppia è in grado di prendersi cura della figlia.

La vicenda, se ricordate, si originò dalla denuncia di alcuni vicini di casa che avevano notato la bambina di pochi giorni lasciata sola a piangere in macchina, nel vialetto di casa. 
Il tribunale così si pronunciò sull'incapacità del padre e della madre di svolgere il loro ruolo di genitori, dette la bambina in affidamento, col permesso per i genitori di fare incontri protetti sotto l'osservazione degli assistenti sociali e in un luogo totalmente estraneo.




Sono però ormai quattro anni che i coniugi non vedono più la loro figlia, legalmente adottata ormai, con una sentenza che volle definitivamente "tagliare il cordone" fra le parti.

L'avvocato della difesa, che ha sempre combattuto perché fosse fatta giustizia per la coppia, è riuscita a dimostrare in questi anni che non si trattò di abbandono ma di un tempo brevissimo (pare 7 minuti) nel quale la piccola rimase in macchina mentre i genitori scaricavano dei bagagli e scaldavano il latte per il biberon.
Quello che invece si è dimostrato presto chiaro , addirittura quando la madre era ancora in ospedale dopo il parto, è stato il pregiudizio nei suoi confronti dovuto all'età.
I genitori furono  ribattezzati come "genitori nonni" e i servizi sociali allertati da subito.
In realtà però la legge non prevede limiti di età per generare un figlio (scrive la Cassazione) e quindi 69 e 57 anni dovevano essere accettati e su questo la Suprema Corte dovrà pronunciarsi in futuro.

Questo perciò non è l'ultimo capitolo della storia che vedrà altri momenti di confronto e altre decisioni da prendere.

















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