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martedì 4 aprile 2017

Nuove possibilità per i malati di Alzheimer.





Sembra davvero che fra qualche anno i malati di Alzheimer possano contare su forme curative migliori rispetto ad oggi e questo grazie alle ultime scoperte che assegnano un ruolo importante alla dopamina, prodotta dal cervello, che sembra quindi avere un ruolo fondamentale per i meccanismi della comunicazione.
Quindi, se nel cervello vengono a mancare i neuroni che la producono, essendo questa un neurotrasmettitore, la catena delle informazioni subisce uno stop con le debite conseguenze.
Nessuno sembra aver pensato in precedenza a studiare la zona tegmentale ventrale del cervello perché si trova nella parte profonda del sistema nervoso centrale ma ora è stato messo in evidenza come, fin nelle prime fasi della malattia la morte progressiva di cellule in questa particolare zona, provochi perdita di memoria con effetto domino via via che passa il tempo.
Lo stress e soprattutto la depressione con sbalzi d'umore frequenti vanno considerati non più una conseguenza ma un campanello d'allarme della malattia. 
I dati sperimentali hanno anche chiarito perché i farmaci "inibitori della degradazione della dopamina" sono utili solo per alcuni pazienti e solo nelle fasi iniziali della malattia, quando cioè sopravvive un buon numero di neuroni dell'area tegmentale ventrale. Quando muoiono tutte le cellule, invece, non si produce più dopamina e il farmaco quindi non è efficace. 
La cura, insomma, resta lontana ma lo studio aggiunge un tassello decisivo nella comprensione dei meccanismi di avvio della malattia.
















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