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martedì 17 gennaio 2017

Alma-Tadema il pittore del mondo antico.

Silver favourites 1903


Le donne di Anfissa 1887




Una posizione vantaggiosa 1895


“La pittura di Alma -Tadema somiglia a un pezzo raro d’oreficeria antica a cui il tempo abbia brunito l’argento e arrotondato le asprezze del bulino e della lima”.
Queste parole dette dal pittore e critico Francesco Netti ci presentano i lavori di Lawrence Alma -Tadema con grande chiarezza. Sono dipinti preziosi, colmi di architetture legate al passato, dove la bellezza femminile sembra enigmatica ma raffinata.


Amo te ama me 1881

Il pittore nasce nel 1836 in Olanda ma presto si trasferisce in Belgio per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Anversa.
Nel 1863 si sposa e durante il viaggio di nozze viene in Italia dove visita Roma, Napoli e soprattutto Pompei che tanto influirà nella sua pittura.
Il suo impegno pittorico lo porta negli anni futuri a rappresentare scene dell’antica Roma, dell’Egitto e della Grecia rimanendo colpito dalle scoperte archeologiche del periodo fatte soprattutto nell’area vesuviana.

Muore nel 1912.


La siesta 1868




Saffo e Alceo 1881



Il suo stile non è facilmente ricollegabile a scuole di pensiero se non peculiarmente alla sua formazione e al suo interesse per il passato che però ha influenzato, nei temi e nelle forme, la cultura anglosassone.

Grande estimatore del pittore fu D’Annunzio, anch’esso affascinato dalle atmosfere che vedeva nei suoi quadri e che possiamo a volte ritrovare negli ambienti descritti in testi come “Il Piacere”.


Il bacio 1891




Quindi fedeltà archeologica, grande ricercatezza di personaggi e suppellettili. 
“Quadri-museo” come li chiamava sempre il Netti e uno di questi è sicuramente La galleria di statue quadro del 1874 dove si possono leggere non solo citazioni del passato ma l’abitudine ormai frequente nelle case private, negli atelier degli artisti o nei musei di attorniarsi di copie di capolavori e decorazioni d’ogni genere.


La galleria di statue 1874



Le rose di Eliogabalo 1888





Un pittore raffinato insomma, citazionista del passato, che riempie i propri lavori di presenze colte e a volte ricorrenti, di scenografie con marmi e cromie infinite.


























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