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giovedì 26 gennaio 2017

"Il bacio" di Francesco Hayez.




Nel mio viaggio a Milano sono tornata alla Pinacoteca di Brera dove si trova, fra le altre opere d’arte famose e conosciute in tutto il mondo, anche quella chiamata “Il bacio” di Francesco Hayez.

Quest’opera col passare del tempo è divenuta il capolavoro di questo pittore e non a caso, perché la sensualità e l’amore sono dei potenti motori nella vita degli uomini e chi ha saputo immortalarne un momento così delicato e passionale insieme, ha visto a buon diritto, crescere la propria popolarità e fama.

La data di realizzazione è il 1859 momento storico molto particolare (Società segrete, Carboneria) che influenzò il pittore spingendolo a rappresentare qualcosa che facesse pensare alle nuove nazioni, ad un simbolo di rinnovata unità e di liberazione dagli Austriaci.

Di quest’opera ce ne sono altre versioni simili, che si discostano per alcuni particolari e per i colori usati più vicini allo stato francese o a quello italiano, ma sicuramente la più famosa è la versione che troviamo a Brera, luogo nel quale fu esposta per la prima volta e dove è rimasta perché donata alla morte del suo proprietario, Alfonso Maria Visconti di Saliceto

Di entrambi i giovani non vediamo il viso. Lui coperto da un cappello e da un mantello, con la calzamaglia rossa sembra avvolgere la ragazza che si appoggia mollemente a lui concedendosi con dolcezza.
Un bacio rubato prima di una fuga?
Un bacio consapevole del suo valore affettivo che rende quell'amore meno clandestino?
Possiamo immaginare ciò che più ci piace, in ogni caso l’osservatore è ammaliato da loro e dal loro bacio che capta l’attenzione e mette gli altri particolari in secondo piano, rendendoli non incisivi ma solo di contorno.
Il cappello con la piuma, l’ambiente spoglio, le ombre dei giovani con la luce che arriva da destra tutto è marginale perché è solo il “bacio” l’espediente che rende l’opera unica.


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