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domenica 18 settembre 2016

Recensione film: Il diritto di uccidere.




Vorrei parlarvi di un film che ho visto da poco tempo e che oggi mi è tornato alla mente dopo aver sentito ieri  la notizia del bombardamento USA sulla Siria definito un “errore” dal Pentagono.

Il film in questione è  IL DIRITTO DI UCCIDERE  una storia fra il reale e la fantasia ma che, secondo me non si discosta poi così tanto da quello che realmente può succedere in queste guerre giornaliere alle quali ci siamo quasi abituati e che “digeriamo” con una certa facilità, prova ne è che già oggi su molti giornali non si parla più di cosa sia successo.

La storia è molto semplice.  La guerra ormai si combatte con droni e a distanza ed è proprio così che si decide di bombardare un’abitazione a Nairobi dove sono presenti terroristi ben conosciuti e giovani kamikaze che si stanno preparando per il loro martirio.
Helen Mirren, sempre brava nei suoi ruoli e anche qui carismatico colonnello dell’esercito britannico, dirige tutta l’operazione che quindi parte e viene eseguita in Nevada da un giovane pilota chiuso in una apposita stanza.
Ovviamente il colonnello aspetta le autorizzazioni dai politici ma spinge all’azione perché l’occasione è unica e potrebbe non capitare di nuovo.
Tutto sembra ben definito quando, il fattore umano, si presenta improvvisamente nell’aspetto di una bambina che si mette a vendere il pane esattamente accanto all’abitazione dei terroristi.
Ecco allora che la paura di prendere decisioni sbagliate che possono portare a conseguenze gravi, fa dilatare i tempi.
I politici e i militari contattati hanno visioni contrastanti e soprattutto ciò che emerge di più è la paura che le immagini del bombardamento possano essere messe in rete evidenziando il pericolo e facendo capire a tutto il mondo di chi sono le responsabilità dell’attacco.

Sicuramente questo film mette in luce un nuovo modo di fare guerra che può discostarsi dal solo esercito su terra per divenire sempre più vicino a quei videogiochi che anche i ragazzi usano quotidianamente per passare il tempo. Ma questo non è un gioco e le persone rischiano di morire veramente.
Non vi svelerò quale decisione viene presa alla fine ma confesso che il film mi ha tenuta con gli occhi incollati e il cuore in apprensione sino alla fine.
Lo consiglierei?
Sì pur essendo un film di guerra ma questa è una guerra particolare, perché gli eventi sembrano più lontani e perché ciò che emerge di più è la facilità (non so calcolare quanto reale) di controllare le persone a distanza, un grande fratello alla Orwell, che non ci fa stare molto tranquilli.

Bravi gli attori. Nel cast c’è anche Alan Rickman, morto a gennaio ma decisamente sempre interessante nelle sue performance e Aaron Paul che materialmente è il militare che deve eseguire il bombardamento.







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