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venerdì 4 settembre 2015

Anche la chiesa cambia.


La notizia che circola da stamani e che riguarda il papa è relativa alla sua piccola "trasgressione" per andare dall'ottico di fiducia a rifare le lenti (e solo quelle - dice - per risparmiare) dei suoi occhiali.
Papa Francesco ci ha abituati fin da subito a questo modo più sportivo di essere vicario di Cristo, proprio forse perché Cristo in mezzo alla gente ci viveva tutti i giorni.





Certamente non è il primo papa che si muove al di fuori della città del Vaticano in modo informale perché sui giornali si possono leggere le uscite di Pio XII o di Paolo VI, oppure la voglia di stare con la gente di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Non si accenna invece minimamente ad Albino Luciani che prese il nome di Giovanni Paolo I, forse un po' perché rimase sul soglio pontificio solo 33 giorni e forse anche perché la sua umile figura è rimasta schiacciata fra due personaggi di rilievo: predecessore e successore.



In realtà di innovazioni in quei pochi giorni ne aveva previste tante, anche se non tutte furono ben accettate dagli zelanti custodi che lo affiancavano. 
Voleva parlare da subito in modo informale con la gente, volle abolire il plurale maiestatis nei suoi discorsi, fece sostituire la tradizionale cerimonia di incoronazione con una solenne cerimonia nella quale tolse l'imposizione della tiara sul capo per farsi imporre sulle spalle, il pallio. 
Non voleva neppure la sedia gestatoria ma dovette usarla dato che era più alta rispetto ai fedeli che così potevano vederlo.
Fu il primo a parlare di sé in termini umani, accennando per esempio alla paura che lo aveva colto sapendo di essere diventato papa.
Uno spazio breve il suo, che è stato colmo di piccole novità e di uscite improvvise nei giardini del Vaticano ad insaputa di tutti, ma presto dimenticato e passato in secondo piano anche perché, per la chiesa come per altre istituzioni i cambiamenti sono sempre difficili da fare propri.













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