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martedì 1 settembre 2015

Storie di diavoli e santi: Il sasso della Matesca. Toscana.



Andando un po' in giro per la mia amata Toscana si scoprono angoli misteriosi che hanno una storia dietro, spesso legata alla tradizione del posto o alle storie tramandate col tempo. 
E' il caso di questo angolo qui nei pressi di Firenzuola, che si chiama: Il sasso di san Zanobi o della Mantesca.

Nei pressi di Firenzuola (Fi) e più precisamente nella valle del torrente Diaterna, c’è un punto nel quale si gode di una vista molto particolare: uno spuntone di roccia dalle striature verde violacee che porta il nome di “Sasso di San Zanobi”.
Il nome è bizzarro quanto la sua storia che sembra risalire al IV secolo quando appunto San Zanobi, vescovo di Firenze, incontrò il vescovo di Milano, Ambrogio.
Dopo quell’incontro, Zanobi sentì le sue forze aumentare e le conversioni nella zona che va da Diaterna a Caburaccia e l’Idice, raddoppiarono.
Questa ondata di fede sempre più diffusa e radicata, destò l’invidia e la rabbia del "Diavolo" che decise di presentarsi direttamente a Zanobi per una sfida.
La posta in gioco era decisamente alta perché si trattava delle anime della gente del territorio e altrettanto inaffrontabile sembrava la prova che consisteva nel vedere chi sarebbe riuscito non solo a sollevare il masso più grande, ma anche a trasportarlo con le proprie forze dall’Idice fin sul monte.
Il diavolo senza difficoltà prese sulle spalle un masso molto grande e iniziò la scalata.
Zanobi per prima cosa chiese l’aiuto del cielo e come per miracolo, rinvigorito da questo, prese un masso ancora più grande e, portandolo col solo dito mignolo di una mano, superò il Demonio. Quando questo si accorse che Zanobi stava vincendo la prova si arrabbiò talmente tanto che scaraventò il masso che stava portando, lontano scomparendo in una fiammata.

Quel masso è oggi il “Sasso della Mantesca”.

Zanobi a quel punto, posò il masso dove si trova ancora oggi, liberando la gente del luogo dalla minaccia del Diavolo.
A tutt’oggi l’impresa del Santo è celebrata con una piccola cappella dove la prima domenica di luglio si porta la sua statua in processione da Caburaccia, mentre un oratore sacro legge le lodi a san Zanobi.

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