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lunedì 2 maggio 2016

Recensione film: Attacco al potere 2.




Sono andata a vedere il film forse già con qualche preconcetto perché alcuni amici mi avevano detto che era un genere di quelli tutto bombe e terroristi.
“Mah”, mi sono detta, “proviamo ugualmente”. 
Sinceramente potevo risparmiarmi il costo del biglietto e passare la serata in pizzeria a parlare e ridere con marito e amici, perché questo sarebbe stato sicuramente tempo trascorso bene.
La cosa che più mi ha disturbato è stata l’evidenza che gli americani non possono, ancora oggi, essere un pochino più umili, evitando di mostrarsi sempre detentori del massimo potere su tutto, uomini senza paure, eroi a tutti i costi.
I nemici, qualunque essi siano, questa volta arabi così non ci sono dubbi, sempre cattivi e dalla parte del torto, qui mettono in piedi un grande progetto di vendetta, cioè uccidere i maggiori capi di stato e naturalmente quale fra tutti questi si salverà? Ovviamente il presidente americano che, grazie ad una guardia del corpo di quelle che non muoiono mai, neppure se gli scoppiasse una bomba in mano, riesce fortunosamente a fuggire e a rimanere vivo anche quando stanno per tagliargli la testa!
La storia non ha storia.
E’ solamente un insieme di sparatorie, di rincorse in auto ed elicottero, di insipidi personaggi che stanno vicini al vicepresidente impersonato da Morgan Freeman (che ho sempre reputato un bravo attore ma che qui sembra piuttosto uno sciocco messo lì per riempire lo schermo) oppure di tutto lo staff presidenziale che non si è neppure accorto di avere la classica serpe in seno che tradisce e che fa un errore così stupido da chiedersi: ma come hai fatto a sopravvivere lì sino ad ora…
Insomma, scusate lo sfogo, ma questo è un film che forse piacerà molto a Donald Trump che si vanta tanto di voler reintrodurre tattiche di tortura, vietare l’ingresso dei musulmani negli Usa, demonizzare internet che a suo dire alimenta il terrorismo, adottare una politica sull’immigrazione tale che se lui ci fosse stato già come presidente in passato, l’11 settembre non sarebbe mai successo. 
Ecco, questo intendo quando parlo di questo spirito tutto americano, di questo credere che loro (in realtà solo alcuni) possano sempre fare il bello e il cattivo tempo in tutte le situazioni, un concetto di sé, come popolo decisamente falso e proprio l’11 settembre ne è stata la riprova.

Non vi elenco né gli attori né il regista dato che per me non c’è motivo per andare a vederlo.

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