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lunedì 28 novembre 2016

Un po' di poesia...e qualche immagine.







Le tre massaie.

La signora dai capelli rossi parlava senza sosta
mentre le amiche pazienti
guardavano oltre il suo capo.
Devo ancora fare la spesa pensava una
e l’altra, mio marito brontolerà
come al solito quando ritardo.
La conversazione era futile e i minuti
scorrevano frettolosi. Poi una risata violenta
distrasse tutte e fu il momento
dei saluti sbrigativi, cercati fino allo spasimo.
Andarono ognuna da una diversa parte della strada
con gli occhi bassi nella paura di un richiamo
di un ripensamento del minuto che non giunse.
A casa le aspettava la routine.






La bambola.

La bambola era sulla poltrona.
Stava lì col suo vestitino bianco
affollato di trine
gli occhi segnati di nero
la bocca di un rosso delicato,
pesca.
Se ne stava composta e solitaria
quasi in attesa
di una mano che la toccasse
o di un pensiero rivolto a lei,
magari distratto e lesto.
Con la sua presenza marcava
il tempo della donna,
un tempo passato e triste,
con emozioni sopite
trascurate perché mai apprezzate,
passaggi fuggenti di ore e situazioni.
La bambola là,
strana presenza in un giorno di pioggia.

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