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sabato 5 novembre 2016

Un po' di poesia.






Il passaggio del tempo.

La gabbia era una vera opera d’arte
e l’orologio, che occupava la parte in basso,
scandiva il suo tempo
con l’alternanza di sole e luna.
Dentro ai trafori un timido uccellino
meccanico
ugualmente spaurito
stava sistemato sul trespolo
colmo di fiori rosati.
Sulla parete cineserie di carta
rendevano prossimo
un paesaggio lontano dalla stanza dei padroni.
Lui e lei
vicini in un’intimità gelosa,
abbracciati vicino alla finestra,
sognavano insieme
sensazioni gradite di benessere
scandite dal ticchettio

di quell’orologio inconsueto.






Le biciclette

La campagna mostrava i suoi colori
più belli e ambrati
nell’autunno ancora caldo.
Le donne in bicicletta
godevano del tepore di giornate che,
se pur più brevi, erano piene di luce
e andavano nei viottoli polverosi in cerca
di un posto per riposarsi.
Non era un gioco
non era futile perder tempo
ma voglia di vita da vivere,
ebrezza di corse e sorrisi aperti
e, mentre le ruote nella polvere
scorrevano silenziose,
le loro menti erano più che mai libere,

lontane da amarezze e turbe.

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