sito internet

venerdì 18 novembre 2016

"The Young Pope" la rivoluzionaria serie tv di Sorrentino.








Avete visto almeno alcuni episodi della serie TV dal titolo 
The Young Pope di Paolo Sorrentino?
Io sono riuscita a vedere 8 dei 10 episodi e non ho ancora deciso se sono rimasta ammaliata o disturbata dalla sua visione.
E' questa la storia abbastanza fantasiosa di un Papa che viene dall'America e che pur giovanissimo dimostrerà da subito di avere un'idea della Chiesa piuttosto dispotica e un'avversione totale nel farsi vedere anche dai fedeli.
Lui (Lenny Belardo che assumerà il nome di Pio XIII) è stato scelto dai Cardinali più vecchi per  dare una nuova immagine della Chiesa pensando che potesse essere un uomo manovrabile e invece si rivela l'essere più difficile e anomalo mai arrivato al soglio pontificio.
Gli attori che fanno parte del cast sono di tutto rispetto a cominciare proprio da Jude Law che interpreta il papa in maniera mirabile. Poi ci sono nomi del calibro di Diane Keaton che fa Suor Mary, figura importantissima nella vita del papa abbandonato dai genitori quando era piccolo e accolto proprio da lei nel suo Istituto; Silvio Orlando che è il Segretario di Stato, cardinale potente e molto faccendiere.
C'è poi James Cromwell nel ruolo di padre spirituale di Lenny oppure Stefano Accorsi che si presenta come Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana.






Dice Sorrentino:


"Se gli spettatori avranno la pazienza di arrivare fino in fondo alla serie capiranno che The young Pope non è una sterile provocazione né una forma di pregiudizio o intolleranza nei confronti della Chiesa, ma il tentativo onesto e curioso di indagare, per quanto possibile con un film di quasi dieci ore, le contraddizioni, le difficoltà e il fascino del clero: cardinali, sacerdoti, suore e un prete diverso da tutti gli altri che è il Papa".




Confesso ancora una volta le mie perplessità pur non nascondendo che questo personaggio così lontano dalla realtà ma anche altrettanto affascinante, grottesco, fuori misura, riformatore, inattaccabile dai mali mondani colpisce la fantasia di chi guarda e fa porre domande su cosa succederebbe realmente se venisse un papa che, come Mina la cantante (dice lui), mantiene il proprio successo proprio grazie all'invisibilità. Mancano al finale ancora due puntate che dovrebbero uscire sempre su SKY in questi giorni, ma forse la storia non avrà un vero finale perché si sta già parlando di una seconda serie. 

La trama raccontata in pochissime parole parla di questo Papa sul quale erano stati formulati pensieri di manovrabilità da parte della Chiesa ma che invece si mostra ostico, legato al passato, intransigente con quelli che giudica i mali della Chiesa stessa (visibilità, pedofilia, consenso delle folle...).
Lui, abbandonato dai genitori quando era piccolo soffre ancora di quella mancanza di affetto, di quel desiderio di rivederli e abbracciarli e tutta la sua castità e intransigenza origina proprio da questo.
Le musiche che fanno da corollario ai vari episodi sono state scelte con massima cura e risultano perfette nel sincrono con le scene. Ben scelta sicuramente quella della sigla (All Along The Watchtowre di Bob Dylan nella versione dei Devlin) che si ascolta mentre il Papa sfila davanti a meravigliosi quadri dell'arte classica rincorso da una specie di cometa che riduce, alla fine, Papa Woytila in una statua contorta.
Due parole vanno dette sull'attore Silvio Orlando che ho trovato magnifico nella sua interpretazione. Mai una sbavatura, sempre coerente con il personaggio ha saputo dare vita ad un Segretario di Stato che pensa ai soldi, che cerca di detronizzare la figura del Papa ma che poi in realtà non riesce ad essere così cattivo. Interpretazione veramente notevole secondo il mio punto di vista.
















Nessun commento:

Posta un commento