Riprendo in questo post quanto presentato per ora nella mia
raccolta: "Fantasie d'arte" occupandomi di un pittore meraviglioso,
famoso in tutto il mondo e in vita, molto controverso:
Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO (1571-1610)
In che cosa è rivoluzionario rispetto al momento che sta
vivendo?
Lui rappresenta l’oggetto così com’è, differenziandosi dalla
pittura manierista cioè fatta alla maniera dei grandi pittori del passato.
E’ un artista colto, ha visto i quadri dei fiamminghi e
conosce Plinio (citazione del "Canestro di frutta"). Conosce ed
ammira le opere di Michelangelo considerato un maestro.
I suoi quadri nascono direttamente sulla tela senza
disegnare prima i soggetti. I personaggi rappresentano spesso i modelli che ha
davanti e le donne che frequenta.
- Ragazzo morso da un ramarro (1593/94): la posizione
iniziale di tranquillità viene rotta da un qualcosa che cambia la situazione,
cioè il ramarro che morde il dito del fanciullo. Si vede un moto di dolore, una
smorfia.
Non esiste un ambiente intorno a lui e questa è una
caratteristica del pittore che predilige la figura e i moti dell'animo alle
suppellettili.
Gli occhi ricordano quelli della testa della Medusa.
In primo piano comunque è raffigurata una pregevole natura
morta.
(Fondazione Longhi - Firenze)
- Scudo con testa di Medusa (1597 circa): questa opera
visibile alla Galleria degli Uffizi di Firenze, dimostra ancora una volta la
bravura del Caravaggio, infatti il supporto è convesso ma lui ha saputo
annullarne l'effetto.
La figura pur decapitata ha ancora un attimo di vita,
corruga la fronte, gli occhi come la bocca sembrano urlare.
Anche i serpenti sulla testa guizzano nell'ultimo moto di
vita.
Efficacissima l'immagine che dimostra terrore per ciò che è
successo.
- Morte della vergine: è un quadro del 1605/6 fatto da Caravaggio
per la Chiesa dei Carmelitani Scalzi di Roma.
Fu un'opera contestata e rifiutata anche dai committenti per
l'immagine della Madonna così terrena e soprattutto innegabilmente
"morta". Un quadro quindi che non dà speranza di salvezza per Maria
che è sdraiata, scomposta, con parte delle gambe scoperte, presentata su una
specie di tavolaccio non rispondente quindi a nessuna delle richieste fatte nel
contratto e neppure ai canoni di rappresentazione del sacro.
Caravaggio, pittore coraggioso e convinto del bisogno di
rappresentare la realtà e le sue storture, fa di questa opera una delle più
belle immagini prive di misticità e religione, componendo il dramma della morte
in tutta la sua povertà e dolore.
Oggi è conservato al Museo del Louvre di Parigi.
- Giuditta e Oloferne: è un quadro del 1598/9.
Come nella maggior parte dei suoi quadri l'ambiente sembra
ristretto rispetto alle figure che occupano quasi tutto lo spazio e manca di
profondità perché tutto si svolge in primo piano. Giuditta crudele, quasi
impassibile, sembra che sfiori appena con la daga il collo di Oloferne,
ritraendosi un po' ma ottenendo ciò che voleva, la sua morte. Lei, bellissima
così com' era la modella preferita di Caravaggio (Filide Melandroni), piena di
luce contrasta con la vecchia serva che accanto aspetta la testa da mettere nel
sacco.
Oloferne fa un ultimo grido. Esce il sangue e lui non
sappiamo se sia già morto o no, gli occhi sembrano dire di sì ma la tensione
del corpo gli dà ancora uno spasimo, un attimo di vita.
Il panneggio dietro appena accenna ad un ambiente
inesistente.
Di questa storia riportata nella bibbia esistono molte
versioni eseguite da pittori importanti che ne hanno dato versioni personali di
cui parleremo in altre occasioni.
(Artemisia Gentileschi; Botticelli; Klimt)
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