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sabato 27 febbraio 2016

"Youth" di Sorrentino ed il funerale al quale ho partecipato oggi.


Oggi pomeriggio sono stata presente ad un altro funerale, quello di una persona anziana madre di una collega di lavoro. Mentre ero in chiesa mentalmente facevo un raffronto con l’altro funerale al quale ho assistito non molto tempo fa. Oggi poche persone e tutte anziane, amiche o parenti, che con commozione contenuta hanno salutato la defunta. L’altra volta una chiesa straripante di persone, giovani in maggioranza perché la donna  morta aveva due figli ancora ragazzi e lei era decisamente in una età nella quale non è giusto morire. La commozione era tale che non una persona aveva gli occhi asciutti e tutti  erano martoriati nello spirito per questa mancanza così prematura.
Due funerali oggettivamente diversi e mentre camminavo per strada, per rientrare a casa, mi è improvvisamente tornato in mente il film “YOUTH” di Paolo Sorrentino.
Mi ha colto di nuovo quella sensazione di tristezza e d’imminente fine che quel film, stupendo a mio avviso, ha saputo infondermi quando l’ho visto.
Gli ambienti, le musiche, tutto è fatto per portarti sempre più vicino al termine della vita, con un po’ di leggerezza ma certamente nella coscienza che il tempo sta finendo inesorabilmente.
Chi ha visto il film penso che non abbia dimenticato i meravigliosi panorami che si godono dall’albergo nel quale Fred, il compositore e Mick il regista, trascorrono la loro vacanza primaverile; una vera sinfonia di suoni e d’immagini che quelle stupende montagne creano nello spirito di ciascuno di noi, anche per una come me che vive di mare, di onde e salsedine.
Gli attori sono bravi innegabilmente, ma è l’atmosfera che cattura, questo vivere nel ricordo che però ha tanti vuoti e tante incomprensioni con figli e donne, questo vivere a due passi dalla fine inesorabile. Fred e Mick amici e consuoceri, si raccontano solo le “cose belle” e vivono insieme un’ultima esperienza che li tocca profondamente.

Le montagne, i prati, l’erba sono rimasti nei miei occhi per lungo tempo e oggi, quasi per gioco, sono tornate e mi hanno riportato lì, in punta di piedi, in quel paesino delle Alpi svizzere.








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