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martedì 12 giugno 2018

"All'angolo della strada principale..." Racconto. Capitolo 6.





Capitolo 6.


La nonna era un donnone imponente, era affetta dal diabete, una malattia che curava mangiando di tutto, compresi tanti gelati, incurante delle conseguenze. Ricordo ancora che la caratteristica principale che la contraddistingueva era il sudore. Sudava continuamente e portava un fazzoletto o addirittura un piccolo asciugamano, al collo per detergersi.
Caratterialmente era l’opposto della mamma. Chiacchierona, un po’ impicciona su tutto e di tutti, brava cuoca e, a onor del vero, pur non essendo giovane né particolarmente sana, non ha mai rinunciato, anche quando ero ormai una ragazzina, a passare intere giornate al mare pur di farmi piacere.
Era un personaggio forse un tantino elefantiaco da sopportare ma con lei ho trascorso tutte le mie estati fino a quando sono diventata grande e questa cosa è uno dei tanti motivi che mi hanno allontanato da mia madre.
Il rapporto con i genitori non è semplice ed io e lei purtroppo non abbiamo mai avuto neppure un rapporto.
Stesa sul letto nella mia camera anonima e tutta bianca, in quei pomeriggi, giocavo con Lia la mia amica immaginaria.
Io la vedevo e ancora la ricordo come una persona vera.
Lei era bionda, delicata, con delle gambe dritte e magre. Mi parlava sempre sottovoce e anch’io così le rispondevo, perché non volevo che qualcuno in casa mi sentisse. Si accomodava sul mio letto, io mi sedevo accanto e un po’ come due signore ci confidavamo e ci raccontavamo le storie e i sogni.
Lei voleva fare la dottoressa.
“Sai quando lavorerò in ospedale imparerò a curare i malati. Fascerò le ferite nelle gambe di tutti i bambini che si fanno male per strada. Scoprirò anche una cura per la tua nonna.”
“Ma dai … davvero? Sarai così brava un giorno? A me il sangue fa schifo. Non posso vederlo. ”
“Ma cosa vuoi che sia … Io sono sicura che diventerò una dottoressa.”
“Beata te che sai già tutte queste cose e poi sei così bella.”
“Anche tu sei bella.”
“Non è vero Lia. Mamma mi dice sempre che ho le gambe come il babbo e non come le sue. E poi io ho i capelli neri mentre lei è bionda come te. Sai, lei è molto bella. Va sempre dal parrucchiere perché vuole i capelli in ordine e quando esce sembra un’attrice.”
“Ma quando sarai grande anche tu andrai a farti bella e vedrai che tutti ti guarderanno!”
“Non ci credo.
Io, a quell’età non avevo ancora la più pallida idea di cosa avrei voluto essere una volta cresciuta. Era ancora lontano il pensiero di me diventata donna adulta con un lavoro e una famiglia. La percezione del mio essere era poi sempre negativa e il rapporto conflittuale con mia madre aveva già posto le sue lunghe radici. Col passare del tempo si sarebbe complicato talmente tanto da cercare di annientarmi e fagocitarmi.
Non sapevo quindi mai cosa risponderle. A volte, solo per accontentarla, le dicevo che mi sarebbe piaciuto navigare sul mare in tempesta, ripetendo i racconti del nonno, oppure che non avrei mai voluto bambini per la paura di non volergli bene.

Le ore trascorrevano e in qualche modo arrivava il momento nel quale potevo uscire sul terrazzo.















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