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domenica 11 marzo 2018

Davide Astori, ancora oggi come se fosse qui.





Oggi per la Fiorentina è stata la prima partita senza il suo capitano, quel Davide Astori morto troppo giovane solo una settimana fa.
Personalmente non mi sono mai occupata molto di calcio, non sono tifosa e non lo è nessuno nella mia famiglia ma episodi come questo riescono a scuotere il cuore di chiunque. Morire a 31 anni così improvvisamente non ti dà modo di accettare la fine, perché troppo prematura e innaturale.
Quando sono le persone care a lasciarti la mancanza è sempre forte ma se almeno hanno vissuto appieno la loro vita e si sono avviate verso quel periodo della vita ormai più vicino alla morte, la tristezza riesce, con un pizzico di aiuto da parte della ragione, ad accettare la situazione. Ma in un caso come questo no.
Oggi lo stadio Franchi qui a Firenze ha onorato il suo capitano con una coreografia fatta di tante bandierine, e colui che si è preso l’onere di sostituirlo con la maglia 31, rovesciando quel fatale numero 13 che lui portava con orgoglio, ha fatto un gol contro il Benevento scaldando gli animi di chi era lì e guardava la gara.
Non sono nuova purtroppo ad episodi di questa natura.
Da giovane ho fatto la “tata” per alcuni anni in una famiglia con diversi figli. L’ultima nata, divenuta poi una bellissima ragazza, si era sposata abbastanza presto ed aveva avuto due figli, che erano i suoi tesori. Anche lei come Astori a poco più di trent’anni una mattina non si è svegliata. 
Il motivo sempre quello: il cuore decelera e poi smette di battere e non ti accorgi di niente perché passi dal sonno alla morte e lasci nello sgomento i compagni di vita, i figli, i genitori, tutti colori che ti hanno amato.
Non potrò mai dimenticare lei e ora anche questo giocatore di cui fino a pochi giorni fa non sapevo niente ed ora invece rimarrà lì, in un angolo del mio cuore per sempre.


Le foto non sono mie ma di una preziosa amica che di calcio si occupa per mestiere e la ringrazio.









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