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mercoledì 21 febbraio 2018

La forma dell'acqua - Recensione del film





“Se vi parlassi di questo, che cosa vi direi? Vi metterei solo in guardia su una storia di amore e perdita. E sul mostro che voleva distruggere ogni cosa.”

e ancora

 “Incapace di percepire la forma di Te, ti trovo tutto intorno a me. La tua presenza mi riempie gli occhi del tuo amore, umilia il mio cuore, perché tu sei ovunque.”


Sono frasi del film che ci immergono in una storia che parla d’amore in modo un po’ favolistico ma che, per la sua snellezza di toni, riempie il cuore di quel sentimento che sembra tanto scontato, ma non lo è affatto, sulla tolleranza e sul rispetto per il diverso.

E questo amore nasce proprio fra “diversi”. Lei muta per aver subito il taglio delle corde vocali da piccola, lui una creatura anfibia metà uomo metà pesce, imprigionato in un laboratorio governativo segreto.
Inevitabile quindi che due esseri che si percepiscono diversi si comprendano e si attraggano nel momento in cui l’uno accetta l’altro, per quello che è, e niente più.
Una storia che si srotola in modo abbastanza lineare con il desiderio di lei di aiutare e salvare lui, un po’ come in un bel sogno dove tutto alla fine si compone nel modo giusto, con la punizione del cattivo e il trionfo dell’amore far i due protagonisti.

Belle le scene, poco pretenziose ma efficaci e particolarmente gradevole è la musica che diventa parte integrante del film e ne colma spazi dedicati a dialoghi silenziosi fra i due personaggi.

Un film che mi è piaciuto e che mi sento di consigliare a chi ancora non lo avesse visto. Entri in una magia dai tempi lenti e meditati che portano all’amore (non solo il sesso che si fa avanti nel film più volte) ma quello dolce del sentimento più puro possibile.


Colonna sonora: Elisa's Theme












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