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venerdì 13 luglio 2018

Qualche libro da condividere per l'estate.




Prima di partire per le vacanze vorrei condividere con voi le mie ultime letture e instillare quindi un po' di curiosità per trascorrere questo periodo estivo in compagnia di un buon libro. Non farò una personale recensione dei libri ma mi limiterò a trascrivervi la trama così come la troverete stampata sulla copertina. Faccio questo perché alcune volte, per pigrizia, non andiamo in libreria e quindi poi non sappiamo scegliere il libro da leggere.
Ecco quindi qualche titolo e buon divertimento!







Gerard Reve (1923-2006) è considerato ormai da molti uno dei grandi prolifici scrittori della letteratura olandese del secondo novecento.

Le sere (1947)
Scritto a ventitré anni, s’impose subito all’attenzione dei lettori e critici per quello stile particolare che l'autore  stesso chiamò “revismo”, una sorta di maestria stilistica e audacia di contenuti narrativi.

Per gli ultimi dieci giorni del dicembre 1946 seguiamo la vita di Frits van Egters, un giovane che ha lasciato gli studi per un monotono lavoro impiegatizio e che trascorre il tempo libero peregrinando per le strade di Amsterdam, raccontando storielle di sagace humour macabro e osservando se stesso e gli altri alla luce violenta della sua ironia critica. La sua esistenza è un tour de force per riempire la vacuità quotidiana, per dare un senso alle sere che seguono a giornate"inutili", trasformando la routine in una dirompente commedia nera.
Come una biglia Frits si muove tra il piccolo appartamento che divide con i genitori - di cui registra con sguardo clinico ogni goffaggine, ottusità e dettaglio di decadenza fisica - e le case di amici che sottopone a sfrontate provocazioni, in un gioco psicologico efferato e ricco di immaginazione, quasi un'estrema rivalsa dello spirito contro ogni rassegnato perbenismo, della parola contro lo scorrere del tempo che tiene l'uomo sotto scacco. Con un incalzante collage di dialoghi arguti e riflessioni spiazzanti, muovendosi tra l'assurdo di Kafka e il rovello ossessivo di Hamsun, l'esistenzialismo di Camus e l'ilarità ribelle di Salinger, Reve ci trascina nel mondo interiore di un personaggio tanto feroce quanto irresistibile in tutta la sua selvatichezza umana, nel suo cinismo irrisolto e in perenne ricerca di una risposta all'assurdità del vivere, figlio di un'Europa annichilita dalla guerra ma soprattutto fratello di ogni giovane che in ogni epoca si ritrova ad affrontare la crudezza del mondo.






Franz Bartlet  è nato e vive nelle Ardenne. È autore di una quarantina di libri, alcuni dei quali gli sono valsi premi importanti, quali il Grand Prix de l’humour noir per Les bottes rouges e il Prix Goncourt de la nouvelle per Le bar des habitudes.

Hotel del Gran Cervo  (2018)

Giunto in un piccolo comune delle Ardenne per girare un documentario su una celebre star del cinema trovata morta quarant’anni prima nella vasca da bagno di una stanza d’albergo, il giovane Nicolas Tèque assiste a un susseguirsi di barbari omicidi. Spetterà all’eccentrico, irriverente e bulimico ispettore Vertigo Kulbertus, a pochi giorni dalla pensione, scoprire cosa si nasconda nel passato denso di segreti e rancori degli abitanti di Reugny.

Omertà e ipocrisia, invidia e avidità serpeggiano in questo borgo sonnolento che sopravvive grazie agli introiti di un improbabile centro motivazionale per dipendenti aziendali. E sono pochi i personaggi che sfuggono alla graffiante ironia di Bartelt, che costruisce un classico e avvincente polar, dal finale inatteso e felicemente scorretto.







Jean Echenoz  è uno scrittore francese che dopo aver fatto studi di sociologia e ingegneria civile, nel 1970 si trasferisce a Parigi dove inizia a scrivere con regolarità e collabora per un breve periodo al giornale «L'Humanité». Il suo primo manoscritto viene accettato e pubblicato nel 1979 da Les Éditions de Minuit, allora diretta da Jérôme Lindon. Inizia così un proficua collaborazione che vedrà la casa editrice pubblicare anche i suoi romanzi successivi. Ricordiamo Ravel (Adelphi, 2007), Il mio editore (Adelphi 2008), Correre (Adelphi, 2009), Lampi (Adelphi, 2012).  Nel 1999 è stato vincitore del prestigioso Premio Goncourt con Me ne vado, mentre precedentemente aveva vinto altri premi, tra i quali, nel 1983, il Prix Médicis con il suo romanzo Cherokee.

Inviata speciale (2018)

Trentaquattro anni, camicetta azzurra attillata, pantaloni skinny antracite, corto caschetto alla Louise Brooks - in una parola, incantevole. È così che ci appare Constance, poco attiva e poco qualificata, ma in compenso duttile, molto incline alle disavventure sentimentali e misteriosamente capace di scatenare, con la sua morbida svagatezza, l'imprevedibile. Una quindicina di anni fa, fra l'altro, Constance è stata l'interprete di un successo planetario, "Excessif", una di quelle canzoni che fanno ballare il mondo intero, dalla Lapponia allo Yemen, e assicurano a chi le compone - nella fattispecie il suo ex marito, Lou Tausk - un'esistenza oziosa e dorata. Una canzone che tutti ricordano ma che continua a essere popolarissima, guarda caso, fra gli apparatcik della Corea del Nord, incluso uno dei consiglieri più influenti del Leader supremo, Gang Un-ok. Giovane, charmant, educato in Svizzera e presumibilmente aperto al dialogo con l'Occidente, Gang è insomma il bersaglio ideale del languido fascino di Constance, che dopo varie, e per noi irresistibili, peripezie finirà - agente segreto suo malgrado - in una opulenta villa di Pyongyang con la missione quanto mai rischiosa di sedurre Gang, e destabilizzare la Corea del Nord.


Giuseppina Torregrossa è una scrittrice italiana nata a Palermo.

Laureata in medicina e chirurgia e specializzata in ginecologia, ha lavorato alla clinica ostetrica del policlinico Umberto I di Roma.
Ha esordito come scrittrice a 51 anni, nel 2007, con il romanzo "L'assaggiatrice". Passata a Mondadori, nel 2009 ha pubblicato "Il conto delle minne".
Con il monologo teatrale "Adele" ha vinto nel 2008 il premio opera prima "Donne e teatro" di Roma. Impegnata nel volontariato, è vicepresidente del Comitato romano dell'Associazione per la lotta ai tumori al seno (ALTS) e responsabile del programma di prevenzione dei tumori dell’apparato riproduttivo nel carcere femminile di “Rebibbia“ e di “Termini Imerese – Palermo”.


Il basilico di Palazzo Galletti  (2018)


L'estate avvampa a Palermo, la terra è arida e i bacini a secco. Dai rubinetti, come sempre in agosto, l'acqua scende appena, sui marciapiedi l'immondizia fermenta rendendo l'aria irrespirabile, e a nulla servono preghiere e invocazioni a santa Rosalia affinché faccia piovere. I poveri si muovono nei bassi come fantasmi nella polvere, i più abbienti hanno già lasciato i quartieri alti per le loro ville al mare. Nell'attesa della festa in onore della patrona della città, Marò, da poco promossa a capo del gruppo "antifemminicidio", porta avanti con riluttanza una nuova complessa indagine su un omicidio avvenuto il giorno di Ferragosto. Non attraversa un periodo felice, la commissaria. La promozione, anziché gratificarla, l'ha resa insicura, come non si sentisse all'altezza di quella nuova responsabilità - e in cuor suo desidera smettere "la pesante divisa da poliziotta, per vestire i panni più leggeri della cuciniera" -; la turbolenta relazione con Sasà, sempre più intrattabile da quando il questore l'ha spedito in un sonnacchioso commissariato dove nulla funziona e nulla accade, pare volgere al tramonto fra risentimenti, incomprensioni e défaillance sessuali. Gli anni passano veloci, troppo, e forse quell'uomo bizzoso, un tantino rozzo e grossolano, è l'ultima possibilità che le rimane di crearsi una famiglia. È per questo, perché la sua vita è a un punto morto, che Marò avrebbe preferito non occuparsi del caso? Intanto l'indagine, inaspettatamente, le sta mettendo sotto il naso man mano elementi che sembrano avere bizzarre implicazioni con la sua vita privata. Quale svolta l'attende in fondo a questa estate "che non lascia presagire nulla di buono"?




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